Così la Corrente del Golfo influenza tutto l’oceano

Il climate change che si verifica nella Corrente del Golfo può influenzare il riscaldamento delle acque oceaniche. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, condotto dagli oceanografi dell’Università del Rhode Island, che hanno utilizzato i dati satellitari per valutare il collegamento tra la Corrente del Golfo e il riscaldamento della piattaforma atlantica nord-occidentale al largo degli Stati Uniti.
“Quando la Corrente del Golfo migra più vicino all’altopiano sottomarino noto come Grand Banks of Newfoundland – afferma Afonso Gonçalves Neto, ex studente dell’Università del Rhode Island – blocca il trasporto di acqua più fresca verso sud-ovest”.
Il team ha utilizzato i dati ottenuti dalle osservazioni satellitari e individuato un potenziale meccanismo in grado di spiegare le motivazioni alla base delle temperature più elevate registrate al confine tra gli Stati Uniti nord-orientali e il Canada nell’ultimo decennio. Gli scienziati hanno notato che la firma osservata dal satellite della posizione della Corrente del Golfo rispetto ai Grand Banks può anticipare il riscaldamento della piattaforma del sottosuolo di oltre un anno. “Monitorando le osservazioni satellitari per i cambiamenti vicino alle Grand Banks – sostiene Joe Langan, coautore del documento ed ex studente presso l’Università del Rhode Island – possiamo prevedere come evolveranno le temperature nella piattaforma nord-orientale degli Stati Uniti”.
Nel 2008, spiegano gli autori, è stato osservato un cambiamento che potrebbe aver portato le Grand Banks a indurre le temperature più elevate mai registrate dal 1930. “Non sappiamo ancora cosa abbia provocato il brusco spostamento della circolazione vicino alle Grand Banks – conclude Jaime Palter, docente presso l’Università del Rhode Island – alcuni studi di modellazione suggeriscono che un rallentamento della circolazione meridionale atlantica potrebbe causare le conseguenze osservate, ma la connessione di base resta da stabilire. Ci sono ancora molte incognite in questi fenomeni e sarà necessario proseguire gli studi per saperne di più”.