Metro Think Green
5:00 am, 16 Aprile 21 calendario

Capelli, pelle, make up I must della cosmesi green

Di: Redazione Metronews
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ROMA Green. Ovvero: tutela dell’ambiente. In un momento così importante per il nostro mondo quell’aggettivo dovrebbe diventare un “must”. Per far sì che il nostro ecosistema (da cui dipende praticamente tutto) possa continuare a respirare nel segno dell’armonia e della bellezza. Soprattutto se riguarda la nostra bellezza attraverso la cura del corpo.
Creme vegane, shampoo bio, saponi ecologici, balsami per capelli sostenibili accanto a cosmetici naturali e cruelty free da tempo si sono affacciati sul mercato internazionale.
Per prodotti green si intendono tutti quelli biologici, con ingredienti per la maggior parte di origine naturale e che vengono creati nel pieno rispetto delle norme ambientali, senza alcun tipo di sperimentazione sugli animali. Esattamente come avveniva nell’antichità quando si faceva ricorso ad erbe medicinali, pigmenti naturali, oli e latte di origine vegetale. Polifenoli, vitamine, olio di argan o di semi, aloe vera e burro di karité sono solo alcuni degli ingredienti più gettonati nella “cosmesi green” mentre sono assolutamente da evitare, per esempio, nella cura dei capelli, parabeni, siliconi, petrolati e solfati, oltre alle microplastiche nell’universo del make-up.
Anche se una definizione normativa univoca in questo settore non esiste, molte aziende hanno formato commissioni interne per definire i parametri entro cui far nascere i prodotti di bellezza. E il mercato ci si è tuffato, facendo schizzare il fatturato a quota 1,6 miliardi per un comparto che oggi rappresenta circa il 15% dell’intero settore cosmetico.
«Negli ultimi anni – spiega Benedetto Lavino, vicepresidente di Cosmetica Italia – abbiamo assistito ad una crescente enfasi sul cosmetico a connotazione naturale e sostenibile sia in termini di mercato che di attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media. Tra il 2018 e il 2019, la crescita stimata è di circa 5 punti percentuali. Gli operatori del settore, interrogati su quali fossero le parole chiave con cui si volge uno sguardo al futuro, hanno indicato “sostenibilità” e “naturale/biologico” come punti fondamentali; un’ulteriore dimostrazione di quanto i prodotti a connotazione naturale e sostenibile siano sempre più una parte strategica della filiera cosmetica».  
La “cosmetica verde” punta soprattutto alla cura dei capelli e del cuoio capelluto (il 33,1% del fatturato), della pelle (pari al 30,6%) e al make-up (23,2%).
Ovviamente anche la beauty green soffre per le conseguenze della crisi sanitaria.
«Le rilevazioni preconsuntive sul 2020 – continua Lavino – restituiscono dati con segno negativo, seppur in misura minore rispetto ad uno scenario inizialmente ipotizzato; il fatturato globale del settore sfiora i 10,5 miliardi di euro con una contrazione del -12,8% rispetto al 2019; calano anche i valori del mercato interno (-9,6%) e delle esportazioni (-16,5%)».
Ma, il cosmetico resta un alleato importante e supera anche il genere.  Deodoranti, fluidi per il corpo e profumi interamente pensati per lui si affiancano ai prodotti per la rasatura e la cura della barba.
Uno studio condotto da Nature sulla percezione e sulle aspettative dei consumatori rispetto ai brand di cosmetici, alle garanzie dei marchi e ai claim usati per valorizzare i cosmetici naturali e biologici, ha evidenziato come sia fondamentale la ricerca di ingredienti naturali e biologici al 100%.
Il sondaggio è stato effettuato su un campione formato da oltre 1.000 consumatori in Germania e Francia (70% donne, 30% uomini, tra i 18 e i 65 anni), tra gennaio e febbraio di quest’anno. L’indagine ha anche evidenziato come i consumatori cerchino prodotti che garantiscano la protezione del benessere animale e l’assenza di test su di loro, malgrado esista un regolamento Ue che, dal 2004, vieta la sperimentazione animale nei prodotti cosmetici e, dal 2009, ne vieta l’uso per gli ingredienti. Naturalità e sostenibilità, insomma. In una parola sola: green. Per vivere in armonia con la natura. Rispettando la bellezza di tutti.
Il bio fa il suo ingresso anche nelle università
Impiegare materie prime e tecniche di lavorazione sostenibili, comprendere e sfruttare gli equilibri  tra la pelle e l’ambiente, creare effetti nuovi per una cosmesi che coniughi estetica e benessere: firmato l’accordo tra l’Università di Milano-Bicocca e la Intercos S.p.A.
Nel laboratorio, che sarà nell’edificio U28 dell’Università a Vedano al Lambro, lavoreranno ricercatori di entrambi i partner. Le attività partiranno in settembre.
«Sono fiera dell’accordo – spiega la rettrice di Milano- Bicocca, Giovanna Iannantuoni – perché rappresenta un esempio di integrazione tra ricerca accademica ed esigenze del mercato. Il Joint Lab consentirà di realizzare un più rapido e proficuo interscambio tra mondo degli studi e mondo del lavoro. L’impegno nella ricerca di nuovi materiali e nuovi prodotti nel settore della cosmesi, inoltre, rende concreta l’attenzione che il nostro ateneo dedica ai temi della sostenibilità». 
 
Al miglioramento delle strutture, alla promozione di una cultura green, alla riduzione dell’impatto dei  prodotti grazie all’utilizzo di tessuti innovativi biodegradabili punta invece Fieldwork, il nuovo progetto di green open innovation realizzato per Colmar da WWG con la collaborazione degli studenti dello IULM per rendere più sostenibili processi produttivi e distribuzione.
Protagonisti cinque team di studenti del corso di laurea Magistrale in Strategic Com dello IULM. «Il Fieldwork – sottolinea la Prof.ssa Daniela Corsaro, docente associato di Marketing & Sales e Delegato del Rettore alle Relazioni Didattica-Imprese allo IULM –  rappresenta un’opportunità unica per i nostri studenti sia per cimentarsi sul  tema della sostenibilità, sia per apprendere una modalità di lavoro agile». 
PATRIZIA PERTUSO

16 Aprile 2021
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