Emanuele Aloia
4:00 pm, 15 Aprile 21 calendario

Aloia: «Musica e arte un connubio salvifico»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Cantautore torinese classe 1998, che coniuga da sempre musica e arte, Emanuele Aloia, salito alla ribalta per “Il bacio di Klimt” e “L’urlo di Munch” (il più usato da  TikTok nel 2020), che hanno confermato il successo di “Girasoli”, scrive da quando aveva 13 anni. Ora, a 22 anni, è finalmente pronto per il suo album di esordio. 
“Sindrome di Stendhal” il titolo. Aloia  che disco è?
«Un album molto vario, dal punto di vista concettuale e sonoro. Scritto tutto da me, pure nella melodia, mentre la composizione è stata gestita da Steve. Lavorato in un anno e mezzo è legato al successo di Girasoli che mi ha dato fiducia e fatto capire che potevo impormi con  le mie caratteristiche nel mondo musicale».
È un concept?
«No, anche se ha riferimenti tra canzoni ad artisti, ma io gioco sempre tanto d’istinto… L’album si apre con “Notte stellata”, il primo singolo con più citazioni: inizia come ballad e ha un’evoluzione inaspettata, una canzone a cui tengo particolarmente. E poi, “Mi stai già perdendo” e “Ipocrisia” che ho scritto 4-5 anni fa, come “Principessa”.
Cosa si aspetta?
«Che possa piacere, ma intanto che le canzoni piacciono a me, perché nascono da una mia esigenza e poi ognuno darà la sua interpretazione ed è una cosa che mi piace tantissimo. Credo di averci messo il cuore e non aver pensato al dopo e a quel che sarà». 
Sensazioni?
«La grande emozione d’incontrare il direttore degli Uffizi e cantare “Romeo e Giulietta” davanti a un capolavoro come la Venere del Botticelli e in una città come Firenze. Come “La Monna Lisa”, “Quando Dio ti ha inventata” e “Ipocrisia” si può ascoltare e vedere su TikTok».
La sua città e i suoi musei?
«Torino, dove vivo, mi piace andare in bici soprattutto in questo periodo di distanziamento. Giro in centro e sono  legato anche al Museo Egizio e al Museo del Cinema. Come città è un museo a cielo aperto: vedi Piazza San Carlo. Ho un ottimo rapporto. Spero di averlo anche con altri musei che non ho potuto visitare!». 
Nasce prima la passione per l’arte o per la musica?
«Prima la scrittura e poi il resto. Ma inserire nelle canzoni riferimenti all’arte, alla filosofia, alla poesia (“Restate a scuola” l’ho composta a 17 anni e cito Platone) è da sempre presente e naturale. Di solito parto da una base, un giro di chitarra, ma i pezzi nascono da sé non ci sono regole. In quest’ultimo anno abbiamo dovuto scegliere tra più di 100 brani che ho sul computer e spero di potere inserire gli esclusi nel 2° album».
L’artista del cuore?
«Resta Van Gogh, anche se “Il bacio di Klimt” mi ha dato la notorietà. Adoro Vincent anche perché non ha potuto godere del suo  successo».
Riferimenti-citazioni?
«Tante personalità differenti mi hanno ispirato, ma ho sempre apprezzato di più la letteratura e la filosofia. Chi avrei voluto incontrare? Monet, Montale e Van Gogh».
Un contemporaneo?
«Stromae, cantautore, rapper e musicista, un genio: sia per la sua musica che per i suoi videoclip».
La soddisfazione più grande?
«Ricevere apprezzamenti di studenti che non amavano l’arte e poi l’hanno scoperta grazie alle mie canzoni. E le mail di prof che usano i miei pezzi nella didattica: tutto ciò mi riempie di gioia».
Nel brano “Mi stai già perdendo” che fa parte del nuovo album invita a cogliere l’attimo. Come si fa?
«Non lo so neanche io… Non ci sono ancora riuscito».
 
ORIETTA CICCHINELLI
 

15 Aprile 2021
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