Coronavirus
6:41 pm, 13 Aprile 21 calendario

Caccia al capro espiatorio la pandemia ci fa odiare di più

Di: Redazione Metronews
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Mettavamo bandiere fuori dai balconi e cantavamo, sperando che andasse tutto bene. Invece non è andato tutto bene e dopo esserci stretti tra noi seppure a distanza in una solidarietà  di gregge abbiamo cominciato ad accumulare frustrazione e rancore, scegliendoci di volta in volta capri espiatori: l’untore, l’immigrato che diffonde il contagio o sottrae quelle poche risorse per lenire la pandemia economica. Un rancore che Amnesty Italia ha misurato nella quarta edizione del Barometro dell’odio, mettendo in campo 80 attivisti, che da giugno a settembre hanno analizzato 36.269 tra tweet e post di facebook su 38 pagine/profili pubblici tra politici, organizzazioni sindacali o rappresentanti del mondo dei lavoratori,testate giornalistiche, enti legati alwelfaree relativi commenti e risposte degli utenti. Risultato: il 10,5% dei contenuti è offensivo e/o discriminatorio e l’1,2% è hate speech. Sembrano numeri piccoli ma in un anno la quota di hate speech, ossia di istigazione all’odio più radicale è raddoppiata e moltiplicata per le migliaia di interazioni, con un effetto moltiplicatore preoccupante. In testa come bersagli di hate speech (istigazione all’odio) i musulmani seguiti dalle donne, che in tutte le rilevazioni del genere non mollano mai la testa della classifica. Tra gli odiati anche  operatori sanitari, runner e di coloro che godono di presunti ed esclusivi benefici. Come spiega il presidente di Amnesty Italia Riccardo Noury «dopo l’estate del 2020 il panico collettivo di marzo si è trasformato in un rancore diffuso. Che ha avuto come bersagli nuovi coloro che ammonivano sulla seconda ondata, coloro che rimproveravano i comportamenti irresponsabili del “Non c’è piùCoviddi”, coloro che ammonivano sulla necessità di ulteriori limitazioni alla libertà di movimento. Poi, come se fosse uno sforzo eccessivo prendersela col “governo” e coi “vaccini”, il livore è rientrato nella sua zona di conforto. Ai vecchi bersagli. Ai soliti nemici: migranti, donne, persone lgbti. Secondo la narrazione rancorosa, è inaccettabile e incomprensibileche in un periodo di emergenza sanitaria e di conseguentirestrizioni, si parli di rivendicazione di diritti».

13 Aprile 2021 ( modificato il 24 Maggio 2021 | 10:53 )
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