“Tari Roma insostenibile Meno rifiuti, ma aumenta”

“La  Tari continua a rappresentare per le imprese del nostro territorio un peso insostenibile”. È quanto dichiara Confcommercio  Roma: i dati dell’osservatorio delle tasse locali  confermano il peso eccessivo della tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese nonostante l’emergenza da Covid-19 abbia obbligato molte attività a chiudere e nonostante si sia registrata nel 2020 una  riduzione di consumi e di rifiuti. A Roma la Tari  2020 è stata di 791 milioni di euro rispetto a 787 dell’anno precedente.
“Roma  continua a pagare la Tari più alta d’Italia – commenta il direttore Romolo Guasco –  a fronte di un servizio, che definire scarso è un eufemismo”.
Arera, l’autorità che ha assunto funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani, aveva stabilito che nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del Metodo tariffario rifiuti (Mtr) incentrato sulla trasparenza e sull’efficienza dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che avrebbe dovuto generare un abbattimento delle tariffe. Ma solo il 21% dei Comuni ha recepito l’indicazione dell’Arera e in questo sottoinsieme, nel 58% dei casi il costo della Tari risulta addirittura in aumento per un valore medio del 3,8%. Roma non si è ancora adeguata. Nonostante le chiusure e la riduzione, da più di un anno, della produzione dei rifiuti da parte delle imprese, a Roma la tariffa è troppo alta, con divario di costo tra medesime categorie produttive in diverse città d’Italia: i pubblici esercizi pagano 38/40 euro al mq, contro i 25 euro al mq a Milano o 16,9 euro al mq a Brescia. Negozi di abbigliamento e le librerie pagano una Tari di circa 13 euro al mq, contro 4,8 euro al mq a Milano e 3,5 euro a Brescia. Netto divario anche per l’ortofrutta con i 46 euro al mq rispetto i 28,5 euro a Milano. Anche gli alberghi romani pagano di più: 10 euro al mq, contro 4,6 euro a Milano.