Roma
1:21 pm, 9 Marzo 21 calendario

Droga, da stazione Tibus smistamento a tutta Europa

Di: Redazione Metronews
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La stazione dei pullman Tibus alla Tiburtina era il punto di smercio da cui rifornire di marijuana le maggiori piazze di spaccio d’Italia ed anche, in Europa, di Austria, Germania e Francia. La droga arrivava dall’Albania dove, una organizzazione criminale provvedeva a farle attraversare l’Adriatico con barche veloci fino alle coste sabbiose del nord barese. “Abbiamo trovato sabbia – hanno detto gli investigatori questa mattina nel corso di un incontro con la stampa- tra i panetti sequestrati durante l’indagine”. Gli stessi albanesi, poi, tramite un sistema di trasporto a staffetta, le faceva arrivare a Roma e, in particolare, in due strutture differenti. Una era uno Sprar in via della Riserva Nuova 219 fuori dal Grande raccordo anulare di Roma. Da lì la droga passava nelle mani delle altre due organizzazioni, queste due composte da nigeriani che costituivano il vero motore del traffico. Centinaia di “corrieri”, reclutati tra i richiedenti asilo, o con permessi validi, con trolley, borsoni o zaini carici di panetti nascosti tra gli indumenti, alle 23.30 arrivavano, biglietto alla mano, alla stazione Tibus salendo su un pullman diretti in città italiane o all’estero.
“Le spedizioni più consistenti – hanno detto gli investigatori – venivano affidate a nigeriani la cui affidabilità era riscontrata attraverso verifiche fatte anche attraverso le famiglie che avevano lasciato in Nigeria. Un modo per avere il controllo su di loro minacciandoli di vendette trasversali”. Questa la ricostruzione fatta dagli investigatori dei carabinieri di Roma coordinati dalla Dda che, questa mattina hanno arrestato 55 persone con la collaborazione dei loro colleghi delle province di Brescia, Modena, Macerata, Genova (Rapallo), Parma, Reggio Calabria (Cittanova) nonché all’estero in Germania (città di Kothen) ed in Albania (Valona), in collaborazione con lo Scip, la polizia albanese e quella tedesca. Tre distinte associazioni che “lavoravano in modo univoco – hanno detto gli inquirenti- cioè i nigeriani si rifornivano dai soli albanesi e i gli albanesi rifornivano i soli nigeriani”. Si tratta di 52 uomini e 3 donne, 27 cittadini albanesi, 23 nigeriani, 4 italiani e 1 gambiano. 
 
 

9 Marzo 2021
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