Il magma eruttato da Etna è quello originato nel mantello
I dati ottenuti nei laboratori dell’Osservatorio etneo dell’Ingv, attraverso l’analisi dei vetri dei prodotti eruttati dai parossismi sull’Etna del 16, 18 e 19 febbraio, indicano che il magma è sempre dello stesso tipo. Inoltre, suggeriscono che sia uno dei più “primitivi” fra quelli emessi nel corso delle eruzioni del Cratere di Sud-Est negli ultimi venti anni.
“Primitivo” è un termine usato dai vulcanologi per riferirsi a quei magmi la cui composizione è poco cambiata rispetto a quella del mantello terrestre dove si sono formati. Nel quadro di magmi che all’Etna negli ultimi decenni sono stabilmente di tipo basaltico: questo sta a significare che il sistema di alimentazione più superficiale del vulcano è attualmente permeato e raggiunto da magmi provenienti da maggiori profondità ancora ben ricchi dei gas originari e dunque più capaci di originare e sostenere quelle meravigliose fontane di lava che tutto il mondo ha visto.
L’Ingv sta conducendo ulteriori rilievi di terreno per identificare e campionare il materiale eruttato durante la fontana dell’ultima notte, ma è probabile che la composizione del magma sia ancora quella registrata nei giorni precedenti, lasciandoci quindi pensare che ‘a muntagna’ continui ad essere ben alimentata da serbatoi più profondi.
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