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7:01 pm, 16 Febbraio 21 calendario

Il programma Draghi arriva al voto in Senato

Di: Redazione Metronews
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ROMA Il premier Mario Draghi tornerà a far sentire la sua voce nell’Aula del Senato mercoledì mattina per un «breve» discorso programmatico, prima del voto di fiducia atteso in serata. Poi giiovedì la replica alla Camera con l’esecutivo nella pienezza dei suoi poteri. E mentre al Senato è stato costituito l’intergruppo parlamentare composto da M5S, Pd e Leu, per fare blocco contro Lega e Fi, resta da trovare la quadra nella composizione del pacchetto vice ministri-sottosegretari. Il silenzioso agire di Mario Draghi ha innervosito i partiti, che corrono ai ripari. La tesi è che serve collegialità e che, pur nel rispetto delle scelte del premier, occorre un dialogo preventivo. Soprattutto sul Recovery plan.
Dialogo tra Pd e Lega
Resta anche da vedere la reale consistenza dei “frondisti” del M5S: al momento sono 25 i senatori pentastellati orientati a votare contro la fiducia al governo Draghi. Un consistente gruppo autonomo, se passasse la linea dura e si arrivasse alla scissione. Ma anche Pd e Lega tentano un dialogo per tenere in mano il controllo della parte politica dell’esecutivo. Lunedì sera l’incontro tra i leader Nicola Zingaretti e Matteo Salvini per parlare «di lavoro e del prossimo blocco dei licenziamenti» che si pensa di far arrivare almeno sino all’estate. Ma anche per trovare un metodo di lavoro comune per sostenere il governo Draghi.
Tensioni sull’Euro
Martedì subito un nuovo botta e risposta da neo alleati, dopo le tensioni sullo stop alla riapertura degli impianti sciistici. Tema della nuova polemica: l’irreversibilità dell’Euro.  Salvini, interrogato sulla sua “conversione europeista”, ha risposto che «al mondo di irreversibile c’è solo la morte, per fortuna» ed ha ricordato che tutti «siamo nelle mani del buon Dio». Parole che Nicola Zingaretti non ha lasciato cadere nel vuoto. Il segretario dem ha replicato: «L’Euro e l’Europa sono la dimensione dove pensare e rafforzare il futuro dell’Italia». E per ribadire che sull’argomento non sono ammessi dubbi, ha aggiunto: «Dovrebbe essere superfluo ripeterlo». L’uscita del segretario leghista ha riacceso la miccia anche nel Movimento 5 Stelle. Tiziana Beghin, capo delegazione al Parlamento europeo, ha notato che «il lupo perde il pelo ma non il vizio».
«Banchiere al governo»
«Svolta europeista? Non è un insulto – ha detto Salvini, cercando in qualche modo di non lasciare il monopolio dell’opposizione alla Meloni – Draghi difenderà gli interessi degli italiani in Europa meglio di chiunque altro. In questo momento bisogna andare al di là delle etichette, altrimenti non avrei mai dato la fiducia al governo del banchiere».
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16 Febbraio 2021
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