Fedez-Michielin: «Sanremo? Tra emozione e ansia»

MUSICA È il duo più atteso al 71° Festival di Sanremo. Per Fedez & Francesca Michielin, dati per favoriti dai bookmaker, non è la prima volta insieme, ma questa è diversa: si tratta pur sempre della kermesse più chiacchierata d’Italia.
Come vi sentite?
Michielin: «Sono emozionata di tornare a Sanremo: la prima volta avevo 20 anni ed ero in tenda da campeggio, ora sarò in un monolocale e di anni ne ho 26 di anni. Con Fedez? Ci siamo ritrovati dopo una decina di anni di lontananza, cantando dai balconi durante il lockdown. Da lì la decisione di lavorare assieme ancora. È stato bello ritrovarsi con la stessa energia con cui ci eravamo lasciati».
Fedez: «Sarà il mio primo Sanremo e ho una certa “ansietta” ma voglio vivere questa esperienza come tale. Non so se emotivamente riuscirò a gestire Sanremo, ma ho voglia fare anche questa esperienza. Non ho nessun progetto discografico nell’immediato. Francesca sì! Certo sto lavorando a delle canzoni, ma senza darmi scadenze come facevo in passato: quello è stato un errore». 
A Sanremo presenterete “Chiamami per nome”, dato già tra i vincenti: che pezzo è?
MIchielin: «Sarà contenuto nel mio nuovo lavoro “Feat–Fuori dagli Spazi”: è un brano che mi emoziona molto e anche cantandolo con Fedez mi fa venire la lacrimuccia. In questo pezzo c’è una consapevolezza diversa, un’evoluzione sia gestuale che musicale. Mi rappresenta molto: “ho anche io la maglia che non mi dona” canto, per aver vissuto un periodo scombussolato come tutti». 
È sempre un brano d’amore alla fine della fiera.
Michielin: «Certo, come “Magnifico” e “Cigno nero”, i precedenti con Fedez, ma la struttura è differente, il pop inusuale e anche l’arrangiamento è un sint diverso, usato come una coperta di Linus. Un suono un po’ cinematografico e fatto con l’orchestra poi è tutta un’altra storia!».
Fedez: «Vero: non avevo mai “suonato” con 60 persone, tranne una volta a Verona… Ho scoperto il rito dell’applausino durante le prove: ma lo fanno a tutti? (Ride, ndr). Nel brano, si affrontano tematiche d’amore che riflettono le insicurezze del momento soprattutto nelle parti in cui duettiamo e si sente un filo di speranza. Ma il pezzo, non l’ha scritto solo Mahmood, tengo a precisare: è stato un lavoro collettivo, piacevole in un periodo in cui non c’era molto da fare. E io canto un po’ di più del solito proprio sulla parte fatta da Mahmood».
E per la serata cover che farete?
Michielin: «Non possiamo spoilerare già abbiamo combinato guai (riferito al “caso Fedez” che ha canticchiato un pezzetto dell’inedito, rischiando l’esclusione dal Festival, ndr). Una canzone di Bersani? Ci abbiamo pensato, ma no…».
Come avete lavorato?
Fedez: «Un po’ in studio: tra didattica a distanza e tamponamenti:  non l’ho trovato così scomodo, anzi non mi è dispiaciuto».
Progetti post-Festival?
Michielin: «Il 5 marzo esce Feat-Fuori dagli spazi, progetto collettivo che celebra la coralità, con dentro Colapesce e altri autori… Dal 25 febbraio, giorno del mio compleanno, festeggio col mio primo podcast che s’interroga per cosa lottano le donne oggi. Nella prima puntata con Matilda de Angelis parleremo di quanto è importante amare il proprio corpo. Si parla poi della sessualizzazione della donna, della parità di genere: perché quando un uomo scrive le sue canzoni è un cantautore e quando una donna le scrive è solo una cantante?». 
Fedez: «Ho uno studio casalingo attrezzato e lavoro in libertà, senza scadenze, appunto».
Com’è cantare senza pubblico in sala?
Fedez: «Già sperimentato con Achille Lauro… è diverso, ma l’importante è tenere un faro acceso sulla musica. La problematica è accessoria».
Michielin: «Io ho fatto album in streaming ed è stato inizialmente surreale, perché quando sali sul palco il concerto lo fai metà tu e metà il pubblico. Ma la sicurezza è al primo posto. Comunque ho fatto 15 date live la scorsa estate e spero possano rifarsi in sicurezza anche quest’anno».
 
 
 
ORIETTA CICCHINELLI