Libri/Vittorino Andreoli
8:06 am, 11 Febbraio 21 calendario

Nella famiglia digitale separati dai muri dei cellulari

Di: Redazione Metronews
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Una madre telefona a uno psichiatra. “Professore, sono preoccupata. Da giorni non riesco a comunicare con mio figlio. Sta sempre nella sua camera al cellulare e quando esce tace, non parla”. Risposta del medico: “Signora, gli mandi un messaggio sul telefonino”. Il professore è Vittorino Andreoli uno dei più grandi psichiatri italiani che racconta questa storia paradossale per spiegarmi che cosa è “La famiglia digitale” titolo del suo nuovo saggio (Solferino, p. 160, euro 16).
Quali problemi causano alla  famiglia il computer, lo smartphone?
«La famiglia può subire enormi innovazioni ma deve restare il luogo dei sentimenti, degli affetti. Il computer, lo smartphone è l’“ospite” ingombrante che sta rovinando la famiglia come luogo degli affetti. In pratica sta occupando uno spazio affettivo un oggetto che non è capace di emozioni».
Ma quindi che famiglia è la famiglia digitale?
«È una famiglia divisa da muri dove il muro è il cellulare. Si arriva a quello che io chiamo il “mutismo affettivo”. Tu hai il telefonino, ti relazioni con lui, e non hai più niente da dire a tua madre, a tuo padre».
Sui social, nelle chat, si creano gruppi, si cercano followers. Perché c’è questa grande attrazione secondo lei?
«Intanto i social sono “asocial”, ti rendono asociale. L’attrazione c’è perché se c’è qualcosa che non ti piace sui social puoi cliccare e farlo sparire. Se invece nell’ambito della famiglia c’è un conflitto non puoi eliminare tua madre o tua sorella con un clic,  devi affrontarlo».
La pandemia che effetto ha avuto in questa situazione?
«L’unico modo per vincere la paura è proprio il legame affettivo. Scusi, ma qual è la marca del telefonino che ti dice “ti voglio bene”?»
ANTONELLA FIORI

11 Febbraio 2021
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