Myanmar
9:03 am, 1 Febbraio 21 calendario

Myanmar, colpo di Stato I militari arrestano San Suu Kyi

Di: Redazione Metronews
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I militari sono tornati al potere con un colpo di Stato a Myanmar e hanno arrestato Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace che dal 2015 era la leader de facto del Paese. E i  carri armati e i soldati si sono tornati a vedere nelle strade di Rangun e Naypyidaw.   La tensione era nell’aria da settimane: le forze armate avevano accusato più volte la Lega Nazionale per la Democrazia di San Suu Kyi di aver vinto le elezioni dello scorso novembre grazie a brogli; e nei giorni scorsi c’erano state voci di golpe poi smentite dall’esercito.
All’alba, il colpo di scena: il vice presidente, Myint Swe, nominato dai militari, ha assunto la presidenza ad interim e ha ceduto tutti i poteri al capo delle Forze Armate, Ming Aung Hlaing. E’ stata arrestata San Suu Kyi, il volto della transizione democratica cominciata nel Paese nel 2011 dopo quasi mezzo secolo di giunta militare, ma anche tutti i suoi principali collaboratori e dirigenti della suo partito, oltre al  presidente U Win Myint, vari ministri e autorità regionali. Tra gli arrestati anche attivisti, scrittori e artisti. I militari hanno annunciato lo stato di emergenza di un anno, promettendo al termine nuove elezioni e poi il passaggio delle consegne del potere. Ma il partito di San Suu Kyi chiede la mobilitazione.   Interrotte le comunicazioni interne, chiuso l’aeroporto internazionale della capitale economica, Rangun, sospesi i voli, rese praticamente impossibili le comunicazioni telefoniche e le reti Internet nelle principali città. L’unico mezzo di comunicazione che trasmette è il canale dei militari, tutte le banche sono chiuse e a Rangun, che è anche la maggiore città del Paese, si sono viste lunghe code agli sportelli automatici, molti dei quali sono rimasti senza contante. Secondo una nota inviata alle compagnie aeree e fatta filtrare da fonti diplomatiche, il Myanmar ha anche chiuso lo spazio aereo fino al 31 maggio.
Nel 2015 l’esercito birmano aveva sorpreso il mondo cedendo volontariamente il potere ai civili: le elezioni del 2015 avevano inaugurato i primi passi della democrazia, sancendo la vittoria della Lega nazionale per la democrazia, i cui principali leader avevano trascorso anni in prigione. Aung San Suu Kyi, figlia del ‘padre’ dell’indipendenza dal Regno Unito, insignita del Premio nobel per la pace nel 1991 per la sua resistenza non violenta alla giunta militare al governo dal 1961, aveva trascorso 15 dei 21 anni di carcere agli arresti domiciliari, reclusa nella sua villa sul lago a Rangun.
Il partito della leader  Aung San Suu Kyi ha fatto sapere che la stessa Suu Kyi ha lanciato un appello al popolo a “non accettare il colpo di Stato” da parte dell’esercito.

1 Febbraio 2021
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