Ue contro Astrazeneca: «Contratti da rispettare»
ROMA È scontro aperto tra l’Ue e Astrazeneca, che in un incontro di ieri sera hanno cercato una ricomposizione in extremis. L’incontro, il terzo organizzato da Bruxelles questa settimana, era stato voluto per avere chiarimenti sui ritardi annunciati nella consegna delle dosi iniziali. Gli altri due incontri erano risultati inconcludenti. «Appena avremo l’approvazione Ema, l’obiettivo è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia»: aveva assicurato l’amministratore delegato di AstraZeneca.
“Non abbiamo obblighi”
«Lavoriamo 24 ore su 24. Non c’è alcun obbligo verso l’Ue – aveva sottolineato Soriot – nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: «Best effort». Ossia: «Faremo del nostro meglio. Lo scorso agosto, l’Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto firmato tre mesi dopo Londra. Ma non possiamo impegnarci contrattualmente perché abbiamo tre mesi di ritardo rispetto al Regno Unito».
“Obblighi morali e contrattuali”
Pronta la replica Ue: «Con AstraZeneca ci siamo presi il rischio di impresa, finanziando con i soldi dei contribuenti europei gli stock prima dell’autorizzazione del vaccino. L’azienda non si può attaccare al miglior sforzo possibile, deve produrre per noi». In totale – chiariscono le fonti – l’Unione ha allocato «336 milioni di euro per il vaccino di AstraZeneca, anche se non tutte le tranche sono state ancora» versate. Il pagamento dipenderà dall’andamento della produzione. «Gli sviluppatori dei vaccini hanno obblighi morali e contrattuali, il massimo sforzo possibile citato dall’azienda non è né accettabile né corretto: abbiamo firmato un contratto di pre-acquisto per far sì che producessero determinati volumi di vaccini prima dell’autorizzazione».
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