Zucchero Fornaciari
6:49 am, 15 Dicembre 20 calendario

Zucchero: «I social? No Preferisco una stretta di mano»

Di: Redazione Metronews
condividi

MUSICA Uno Zucchero sempre di denuncia (“falsi come Facebook…non si può ingannare a lungo la gente” canta in “Non illudermi Così”), tra accadimenti, accidenti (“Succede”) e disillusioni (“sono nuovo già passato, vivo altrove sempre qua” in “Tempo al Tempo”), a tratti malinconico (“il cuore gocciola per te” in “Facile”), ma mai arrendevole, mai domo né tantomeno sconfitto. Tra i maggiori interpreti del rock blues in Italia, Adelmo Fornaciari (oltre 60 milioni di dischi venduti, di cui 8 milioni con l’album “Oro, incenso & birra”, 1° artista occidentale a esibirsi al Cremlino dopo la caduta del muro di Berlino) presenta il nuovo progetto, contenente l’album “D.O.C.” più 6 nuove canzoni tra cui “September”, già rodato singolo in cui duetta con Sting.
Zucchero, la preferita?
«Sono legato a “Don’t Cry Angelina” è quella che mi emoziona di più. L’avevo iniziata nell’89 e l’ho finita a giugno 2020, rifacendo il testo sulla storia vera tratta da un libro (Angela) che parla di una staffetta partigiana, un amore non a lieto fine. Lui torna dalle montagne, ma lei non c’è più».
Zucchero e i social.
«Io sono un po’ un orso, preferisco una stretta di mano. I social stanno a me come una cravatta sta al maiale».
Come affronta e ha affrontato la pandemia?
«Dirle grazie alla pandemia è un insulto, ma durante questo periodo ho potuto fare “Amore adesso!” a Venezia, in una piazza San Marco vuota; poi ho cantato con Bono, Lady Gaga e ho realizzato tante cose che usciranno a breve con un chitarrista giapponese… Poi ho fatto “Astro del ciel”, ribaltando tutte le parole, che uscirà sotto Natale, come ballata di pace e speranza, senza parlare del Bambin Gesù. Questo periodo ha favorito gli scambi e le vecchie conoscenze si sono rinnovate».
La fortuna di Zucchero?
«Faccio bottega e quando non sono in tour lavoro tutti i giorni. Faccio quel che mi piace, quel che mi ricorda e mi riporta all’inizio della carriera e trovo ancora attuale. Con Guccini, ad esempio, ho cantato “Dio è morto” e la sento adesso come quando uscì con i Nomadi: attuale. La fortuna di aver avuto una lunga carriera, a parte il successo, è invecchiare bene artisticamente: Tom Waits e James Taylor sono i miei esempi, e non devo strizzare l’occhio al giovanile».
“Non illudermi così” è un altro intenso inedito.
«Perché tutto il mondo ci sta un po’ illudendo anche con questa epidemia… Il pezzo ha un ritmo da New Orleans, ma poi ci scherzo anche su con le mie battute campagnole, perché io devo scrivere il libertà poi succede quel che succede».
Zucchero ha ancora bandiere rosse nel comò, citando “Succede”?
«Non mi sento più così rappresentato per quel che sono le mie origini e l’ideologia con cui sono cresciuto non la sbandiero più di tanto».
Ma c’è margine per rivoluzioni musicali oggi?
«Sì ma non dal rock, oggi molto annacquato. Il rap ne ha preso il posto. Anche se mi auguro che il rock torni ad avere la sua funzione come tanto tempo fa, altrimenti diventiamo tutti così buoni…».
Libertà, muri abbattuti in noi, ritorno alla genuinità: temi cari a Zucchero anche in “D.O.C.”.
«Non è facile rinnovarsi restando se stessi e sono geloso di questo lavoro. Prima della pandemia iniziavamo le prove per i 150 concerti mondiali in programma: c’è stata un’iniziale depressione, ma poi mi sono reinventato le cose. Certo non vedo l’ora di vedere live che effetto fa… Solo con quel che passa la radio non hai feedback come dal vivo».
Il filo conduttore del progetto?
«Molti amori problematici e tanta speranza. Si parla sempre di luce nelle canzoni, come in “Tempo al tempo” e “Non illudermi Così”. I 6 brani inediti, poi, sono una conseguenza di D.O.C. Non amo ripetermi. Ogni album per me è un’altra ricerca e un altro viaggio».
Cosa fa il governo italiano per la musica?
«Niente. Quando si parla di cultura le istituzioni citano i ritrovamenti archeologici, ma c’è anche la cultura – per me va bene chiamarla anche così – più “bassa”, ma nessuno ne parla. Qualcuno ha detto che noi facciamo solo divertire: questo è grave e brutto, non va bene. Vorrei che arrivassero soldi a quei poveretti che lavorano dietro le quinte dei concerti e che si fanno un mazzo così!».
Concerti in streaming, come quello fatto con Bocelli, potrebbero essere la soluzione?
«Piuttosto che niente, ma è tutta un’altra storia per la mia musica. Io inizio a caricare il pubblico con una canzone cantata 1000 volte ma i fan mi ricaricano con il loro entusiasmo. Il ritmo che ti dà il pubblico è un rituale… A metà gennaio ce lo diranno spero, se potremo ripartire in modalità covid, magari, con metà pubblico: ma io suonerò lo stesso con tutte le nuove regole. Il vero problema è se mi fanno partire in Italia e poi negli altri paesi chiudono?».
Parliamo della canzone “Facile”.
«Io ti avrei dato la luna, te l’avrei costruita, ma non so contro chi ti sei sposata… è un gioco questa canzone di cui mi piace il ritmo, l’arrangiamento. Penso che l’amore lo decidiamo noi. Tu decidi che è il tempo di lasciarti innamorare: non credo che l’amore sia una trave che ti viene addosso come si dice di solito».
Un ricordo di Paolo Rossi?
«Dire che era un generoso, sempre pronto per partite benefiche, è dire poco. Ci siamo trovati anche in qualche campetto con altri amici ed è sempre stato impeccabile. Io sono una schiappa vera a calcio, quindi, abbiamo deciso che i fuorigioco non esistevano e io mi mettevo sulla linea dell’area di rigore e Pablito mi diceva: “vai Tigre”! e mi passava la palla sul piede, ma io sbagliavo, puntualmente».
Zucchero e Sting?
«Abbiamo fatto diverse cose insieme anche a New York, in un suo tour dove io ero ospite e avevo già fatto ”Muoio per te”. Lui ha deciso, poi, di farmi padrino di sua figlia Coco, perché, dice, ha sentito che sono una persona genuina, autentica, e ci siamo frequentati anche questa estate… Lui ha voluto girare il video di September alle 6,30 del mattino e per me era un problema: io mi alzo all’una. Lui si alza abitualmente, sin da bambino, alle 5: accompagnava suo padre, lattaio nei suoi giri. Io ero rinco all’alba, Sting, invece tonico: ha fatto pure un tuffo in piscina a ottobre e all’aperto prima di girare il video. A me non succederà mai!».
Zucchero e gli attacchi.
«Ne ho ricevuti tanti, perché ho la grande capacità di passare dalla ragione al torto in un attimo».
ORIETTA CICCHINELLI

15 Dicembre 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo