Max Casacci
6:49 am, 11 Dicembre 20 calendario

Casacci: «Venite con me nell’Earthphonia delle meraviglie»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA “La musica è il canto della Terra” da questa citazione di Bob Marley parte il viaggio di Max Casacci per “Earthphonia”. La nuova, stupefacente opera sonora del produttore torinese, realizzata coi soli suoni e rumori degli ecosistemi che regolano il pianeta, sarà da oggi in digital download, sulle piattaforme streaming, e in formato fisico in allegato all’omonimo libro.
Max Casacci, in “Earthphonia” le note sgorgano da isole, foreste, vulcani, montagne, fiumi e mari come nella travolgente “Oceanbreath”.
«Questo pezzo nasce durante il lockdown, dal contatto con la onlus Worldrise per una campagna contro la plastica. Io avevo già iniziato a lavorare a brani riferiti alla natura. La materia prima è venuta da loro: in lockdown non potevo muovermi. Così mi viene recapitato un parco sonoro delle meraviglie: dalle vocalità dei cetacei a specie di pesci che cantano in coro nella barriera corallina australiana, pesci che si ritrovano mattina e sera insieme. Ho scoperto che specie comuni, come il pesce gatto e il merluzzo, emettono particolari suoni gutturali e ho costruito una batteria con i loro versi mixati».
La natura che lei ci propone nel suo progetto non è quella bucolica di una certa letteratura.
«La natura tende a rimetterci al nostro posto: noi siamo una percentuale ridicola rispetto alle piante, per esempio. È anche una natura che regala un senso di pace, però. Il tempo nostro sulla terra è poca cosa, ma quest’analisi non fa nascere inquietudine dà serenità. Ci rende più pronti a prenderci cura delle nostre azioni».
L’album apre con “Delta”: è il suo brano preferito?
«Sono sempre stato più vicino all’aria per sensibilità. Il cielo lo nomino spesso e “Delta”, realizzato con suoni e ambienti del Po, a partire dal verso degli uccelli, l’ho scelto apposta».
In “Strombolian activity” i vulcani sono addirittura usati in chiave elettronica.
«È stato il geologo Mario Tozzi, a suggerirmi la necessità di dar voce, attraverso i vulcani, al ritmo della Terra… La natura è vibrante, ma il mio non è un album ambient nel senso classico del termine».
“Earthphonia” è anche il titolo del libro. Come nasce?
«Detto che la musica deve bastare a se stessa, con delle didascalie minimali, la ricchezza di persone, luoghi, cose che ho imparato volevo raccontarla attraverso pagine scritte. Il libro si può leggere e ascoltare e, con codici a corredo: dove racconto di me e di Mancuso puoi sentire la musica delle radici. Con Instagram, poi, si potrà giocare con la realtà aumentata della copertina. Insomma, ho dialogato con tanti personaggi che non sarei riuscito mai, volendo, a mettere tutti insieme, da Michelangelo Pistoletto per Watermemories (opera realizzata con suoni del torrente Cervo di Biella) a Stefano Mancuso (per “Roots wide web”, dove le radici delle piante emettono suoni, per orientare i propri spostamenti nel terreno) al geologo Mario Tozzi, e dovevo raccontarne assolutamente».
Quanto ha impiegato a realizzare “Earthphonia”? E cosa si aspetta?
«Ho dedicato un mese ad ogni brano, tra composizione e mixaggio, e sono contento dell’esperienza fatta. Spero incuriosisca, anche se viviamo in un momento in cui ci sono tante cose e tanto rumore e funzionano di più le cose usa e getta. Questa è una musica che ti spinge a entrare in un mondo che, poi, è il nostro. Lo stupore lega l’intero progetto, è il fil rouge. Dunque, mi auguro di trovare un pubblico curioso di entrare con me in questa camera delle meraviglie che è la natura!».
ORIETTA CICCHINELLI

11 Dicembre 2020
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