La risposta dell’Editore
Riscontriamo il comunicato del Cdr e si ribadisce che esso non può considerarsi legato a questioni e problematiche di tipo strettamente sindacale inerenti all’intero corpo redazionale dei giornalisti, né può ritenersi contestuale a una vicenda personale di licenziamento per giusta causa, cioè per motivi disciplinari attinenti all’esecuzione della prestazione di lavoro e agli obblighi di correttezza derivanti dalla legge e dal contratto.
Fermo restando il sacrosanto e imprescindibile – seppure nella fattispecie incomprensibile, “proprio nel momento in cui il ruolo di servizio pubblico di un mezzo di informazione diventa cruciale e al contrario dovrebbe essere difeso e salvaguardato nell’interesse dei lettori” – diritto allo sciopero da parte dei lavoratori.
Per quanto riguarda la sospensione dell’edizione di Milano precisiamo che, come comunicato al Cdr ai sensi dell’art 34 del CCLG, essa debba ritenersi temporanea e provvisoria, essendo motivata unicamente per effetto delle note limitazioni nel trasporto pubblico e nella circolazione delle persone nelle regioni Piemonte e Lombardia, considerate ZONE ROSSE dall’ultimo DPCM in vigore da venerdì u.s., con le contestuali chiusure della maggior parte degli esercizi commerciali cittadini.
Abbiamo ritenuto opportuno con questa scelta, in tal modo, di cercare di contribuire anche noi al contenimento della – essa sì – sciagurata diffusione del virus nella regione Lombardia, particolarmente colpita e coinvolta dalla recrudescenza della pandemia Covid 19.
Comprendiamo il malumore della redazione milanese e del Cdr – che è anche il nostro e che condividiamo – e ci auguriamo, nel comune interesse, che questa causa di forza maggiore sia solo momentanea e di potere riprendere quanto prima la normale programmazione delle pubblicazioni nell’intero territorio nazionale.
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