Le Regioni appese alla roulette dei dati
ROMA «Nel rapporto tra istituzioni sarebbe un reato molto grave dare dei dati falsi. Penso che le Regioni debbano necessariamente dare dei dati corretti». Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulle polemiche per i “trucchi” finalizzati ad evitare il cambio di stato di rischio delle Regioni. «Se i dati che ci daranno i nostri esperti ce lo diranno – ha aggiunto Speranza – sono pronto a firmare altre ordinanze. I nostri dati sono pubblici, la trasparenza è un punto di forza e firmare un’ordinanza per chiudere un territorio non è un lavoro sporco, è un lavoro nobilissimo, significa rispettare la Costituzione, ridurre i contagi e aiutare i medici».
Le Regioni in altalena
A rischiare maggiormente il cambio di colore sono Campania e Liguria. Ancora qualche incertezza per quanto riguarda Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio. E mentre il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri, ricorda che «la politica non c’entra niente nelle scelte sulla colorazione», il presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, chiede il «lockdown totale, in tutto il Paese, alla luce dei dati, soprattutto quelli sui ricoveri e nelle terapie intensive».
«Estendere gli aiuti»
Il Governo pensa ad un ampliamento degli aiuti. «Nelle prossime settimane va fatto un passo in più – ha detto la viceministra dell’Economia, Laura Castelli – vogliamo intervenire anche nei confronti di quelle attività che non hanno chiuso ma hanno registrato cali di fatturato. È un momento delicato: aver scelto di differenziare aperture e chiusure, di non chiudere tutto ci deve far pensare anche a soluzioni nuove».
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