Casi triplicati ospedali in affanno
I contagi in Lombardia si avvicinano a quota 3000 (2975), il 9,6% dei 30.981 tamponi effettuati. 21 i decessi. Preoccupa Milano con 1463 nuovi casi. Ma soprattutto il timore è lo stress del sistema degli ospedali lombardi: i pazienti in terapia intensiva sono 110, 14 in più, 84 intubati; mentre nei reparti ordinari ci sono 1.065 persone, 122 in più. Si ricominciano a sentire le ambulanze e molti pazienti milanesi vengono trasferiti altrove, per alleggerire il carico in città. Per esempio nell’ospedale di Cremona, individuato Covid hub regionale, cosa che però, come sottolinea il sindaco Gianluca Galimberti priva i cremonesi delle altre prestazione. Un vero e proprio grido d’allarme arriva da Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Ats di Milano: «In una settimana sono triplicati i casi. La situazione è critica in Lombardia, ma in particolare a Milano e nella Città metropolitana. Occorre l’aiuto di tutti i cittadini per fermare la corsa del virus». «Quello che più preoccupa è che nelle prossime ore il numero dei soggetti positivi possa ulteriormente incrementare e mettere sempre più sotto pressione gli ospedali. Cercheremo di rafforzare il rapporto con i medici di famiglia» aggiunge Walter Bergamaschi. Anche se uno dei problemi è proprio quello dei medici di famiglia, che in Lombardia sono meno di quanti sarebbero necessari. Solo a Milano ne mancano almeno 60, un punto che lascia sguarnita la medicina di prossimità, così come la mancata entrata in funzione delle Usca, Unità speciali di continuità assistenziale, che dovrebbero essere 200 in Lombardia per andare a curare i pazienti Covid a domicilio, per ora solo sulla carta.
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