Terapie intensive, al Sud allarme negli ospedali
L’aumento velocissimo dei contagi allarma per quello che potrebbe accadere nelle terapie intensive. Soprattutto al Sud. Se nella parte settentrionale del Paese infatti si era corsi ai ripari nella scorsa primavera e nuove strutture erano state messe in piedi in fretta e furia, al Sud la reazione è stata minore. I posti letto in terapia intensiva attualmente in Italia sono 6.458 contro i 5mila ante pandemia ma probabilmente, ancora troppo pochi. Si punta a superare i 7mila ma la grande maggioranza è al Nord con la sola Lombardia che ne ha quasi mille e il Veneto quasi 800.
Campania. Il nuovo fonte potrebbe quindi essere la Campania, la regione che più di altre, in questa seconda ondata, si è trovata a fronteggiare l’avanzare di nuovi contagi. Continua a salire infatti il numero dei positivi e si assottiglia il margine di sicurezza tra i posti letto disponibili e il numero dei contagiati che presentano sintomi tali da rendere necessario il ricovero. Se la disponibilità complessiva in degenza ordinaria è di 820 posti, 700 dei quali risultano già occupati, le unità complessive di terapia intensiva ammontano invece a 110, 47 quelle ancora libere. Questi i dati della Regione mentre le autorità nazionali ne accreditano oltre 300. Una differenza che potrebbe essere spiegata con quelle che erano state le previsioni di crescita. Napoli resta la provincia che presenta una maggiore sofferenza. L’Azienda dei colli (che comprende gli ospedali Monaldi, Cotugno e Cto) è al limite della capienza, tanto che si lavora per trasformare il Cto in Covid center. Situazione simile per i policlinici universitari della Federico II (39 letti dedicati al Covid su 850 totali) e della Vanvitelli (27 per il Coronavirus su 450 complessivi), ma anche i Covid center dell’Ospedale del mare e del Loreto mare sono in difficoltà. Nel primo sono occupati tutti i posti di terapia intensiva (6) e di degenza ordinaria (30), il secondo ha due posti liberi in subintensiva (occupati 8 su 10) e uno in degenza (39 su 40). Per liberare ulteriori spazi e consentire agli ospedali di accogliere anche pazienti affetti da altre patologie, la Regione ha pensato ai cosiddetti Covid Resort, strutture residenziali che ospiteranno persone positive che non possono restare a casa per la quarantena. Quello che verrà allestito all’Ospedale del mare avrà 22 stanze per piano e ospiterà fino a 176 positivi.
Puglia. Situazione ancora pienamente sotto controllo in Puglia dove, nelle terapie intensive, ci sono 19 pazienti Covid ricoverati, a fronte di 305 posti letto. Il dato è aggiornato al 13 ottobre. La situazione è monitorata quotidianamente dal Dipartimento salute della Regione, che sta riattivando i posti letto man mano che aumenta il numero dei pazienti. Secondo il piano della Regione, messo a punto in estate, la rete di terapia intensiva prevede di passare dai 304 posti letto della fase pre emergenza a un totale di 579 posti letto, con un incremento di 275 posti. Per la terapia semi-intensiva sono invece 282 i posti letto da riconvertire.
Calabria. Difficoltà potrebbero sorgere invece in Calabria dove però, per ora, i livelli di contagio e soprattutto di ricoveri per pazienti gravi, sono ancora molto bassi. I posti in terapia intensiva prima dell’emergenza erano 106, portati a 165 nel pieno del Covid in primavera, ma attualmente ancora 106. Ne sono occupati solo due. In base al piano di potenziamento a livello nazionale ex Decreto Rilancio, è previsto un aumento di 136 posti.
Sicilia. L’isola vede aumentare i nuovi positivi al ritmo ormai di 300 al giorno. L’ultimo bollettino ne ha registrati circa 360. Di questi 49 sono in terapia intensiva, l’1% del totale degli attuali positivi (era il 10% nella fase più critica della prima ondata di coronavirus). La Sicilia, attraverso la Regione, si dice pronta con un sorta di “piano a fisarmonica”, capace di gestire con flessibilità l’andamento della curva epidemiologica. Una prima mappa prevedeva sin da settembre 158 posti di terapia intensiva, 83 di sub intensiva. Ma sono numeri in costante mutamento. Così a bocce semi-ferme si conferma che l’Isola è in grado di garantire – in base alla necessità – almeno gli stessi posti letto di terapia intensiva messi in campo in occasione della prima ondata: circa 500. E sono state, in questi giorni, rimesse in circolo, a esempio, le forze e le risorse dell’ospedale di Partinico con altri posti letto. Adesso anche quello di Petralia Sottana, nelle Madonie.
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