Madrid, è emergenza Dichiarato stato di allarme
Il governo spagnolo ha deciso di dichiarare lo stato di allarme a Madrid per aggirare il verdetto del Tribunale Superiore di Giustizia della regione, che ieri ha annullato il lockdown parziale imposto dall’esecutivo per arginare la diffusione del Covid nella capitale e nel suo circondario. Lo riferiscono all’agenzia Efe fonti dell’esecutivo, secondo le quali il premier Pedro Sanchez ha già comunicato la sua decisione alla presidente della Comunità Autonoma di Madrid, Isabel Diaz Ayuso. Sanchez, aggiunge la fonte, in precedenza aveva chiesto ad Ayuso di annunciare ella stessa le misure speciali o di farlo congiuntamente al governo, per non costringere la Moncloa a calare la decisione dall’alto. Ayuso non avrebbe però risposto al premier, costringendolo a percorrere quest’ultima opzione.
L’assessore alla Salute della Comunità di Madrid, Enrique Ruiz Escudero, ha dichiarato in conferenza stampa che “è difficile comprendere” perché il governo abbia deciso di dichiarare lo stato di allarme, dal momento che i dati “avvallerebbero” la proposta del governo regionale di imporre restrizioni mirate. “L’andamento non è stabile, i contagi stanno scendendo, così come stanno scendendo i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva”, ha dichiarato Escudero, promettendo che l’amministrazione Ayuso chiederà “ogni giorno” al governo di revocare lo stato d’allarme “sulla base dei dati che ci danno ragione”.
La strategia dell’amministrazione Ayuso prevede limiti più severi agli spostamenti in 51 aree mirate abbassando da 1.000 a 750 casi su 100 mila abitanti la soglia necessaria per imporli. Una strategia che, secondo Escudero, “sta funzionando: ci risulta che la tendenza epidemiologica e quella delle ospedalizzazioni si mantenga in calo”.
Lo scorso 30 settembre il governo Sanchez aveva annunciato, dopo un tavolo con le regioni, un lockdown parziale da applicare sui municipi oltre i 100 mila abitanti con un’incidenza superiore ai 500 casi su 100 mila abitanti. Le restrizioni includono la limitazione di ingressi e uscite dalle aree coinvolte, il divieto di assembramenti oltre le sei persone e la chiusura dei parchi gioco.
Escudero aveva replicato affermando che la Comunità di Madrid non avrebbe applicato le restrizioni giudicandole “illegittime” perché non approvate all’unanimità dalle regioni. La Comunità aveva poi fatto marcia indietro e seguito le indicazioni del governo, pur promettendo iniziative legali. Anche in seguito alla sentenza del Tribunale Superiore di Giustizia, le autorità regionali hanno chiesto alla popolazione di continuare a rispettare le restrizioni chieste dal governo, sebbene la polizia non stia più vigilando alla luce del verdetto.
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