Napoli, paura tamponi E Crisanti attacca
CALCIO Giornata di tamponi per il Napoli di Rino Gattuso. Come tutti i martedì. Ma sul tampone grava un’attesa molto forte e particolare, dato che appena domenica scorsa i partenopei avevano giocato contro quel Genoa che subito dopo è stato sconvolto dalla positività di 14 giocatori (solo due hanno leggeri sintomi). I risultati si sapranno oggi, mercoledì, e saranno accolti col fiato sospeso dal timore di un nuovo stop (domenica sera, oltretutto, si dovrebbe giocare Juventus-Napoli…). Il ministro Spadafora ha fatto professione di ottimismo: «Un nuovo stop al campionato? Non credo che ci siano ancora le condizioni». Così anche Nanni, medico della Lega di A: «Può saltare il terzo turno? Secondo me l’intera giornata no, bisognerà decidere solo sulla partita Genoa-Torino. A meno che non ci siano sorprese…». Più guardingo il viceministro della Salute, Sileri: «Se ci fossero altri casi nel Napoli io, da medico e non da viceministro, direi che la cosa migliore sarebbe fermarsi almeno per 7 giorni. Ci dovremmo comportare come con i focolai». I tamponi non risolvono tutto: «Ora il Napoli deve fare i tamponi ma in una certa tempistica, bisogna aspettare un certo periodo di incubazione che è di 4-6 giorni», avverte ancora Sileri. Attacca il virologo Crisanti: «Questa è una storia che rientra perfettamente nella dinamica di trasmissione del virus e allo stesso tempo fa capire quali siano le sub-conseguenze di non applicare la quarantena ed esentare i giocatori da questa misura di prevenzione. Durante l’allenamento la persona positiva ha trasmesso la malattia. La follia è non aver messo queste persone in quarantena in presenza di un positivo (prima dei 14 era risultato positivo il portiere Perin)». Per l’Uefa, perché si giochi basta che in una squadra ci siano 13 negativi. Ma in Italia non c’è regola chiara.
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