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5:28 pm, 10 Settembre 20 calendario

Legge elettorale, primo sì Ma in commissione è scontro

Di: Redazione Metronews
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Primo passo della riforma della legge elettorale alla Camera, con il via libera della commissione Affari costituzionali all’adozione del testo base, il cosiddetto Brescellum, frutto dell’accordo raggiunto dalla maggioranza lo scorso autunno. Hanno votato a favore solo M5s e Pd, mentre Leu si è astenuta in quanto contesta la soglia troppo alta e Iv non ha partecipato al voto perché contraria all’accelerazione impressa all’ter della riforma e chiedendo che si affronti il tema riforme in un’ottica più ampia, coinvolgendo le opposizioni. Contrarie al Brescellum le opposizioni: il centrodestra ha abbandonato i lavori della commissione prima del voto sull’adozione del testo base. Il testo della nuova legge elettorale è stato predisposto dal pentastellato Giuseppe Brescia e depositato in commissione il 9 gennaio per avviarne il confronto in Parlamento. Si tratta di un sistema elettorale proporzionale, con soglia di sbarramento al 5% e il cosiddetto diritto di tribuna per i piccoli partiti. Non viene affrontata nel testo la questione della lunghezza delle liste, se si opterà per listini bloccati o, invece, si ritornerà alle preferenze, come chiede M5s. Temi, questi, rinviati al confronto durante l’iter parlamentare. La proposta di legge a prima firma Brescia si compone di tre articoli e si basa su quattro capisaldi: l’abolizione dei collegi uninominali; un impianto proporzionale; la soglia di sbarramento nazionale al 5%; la previsione di un diritto di tribuna. Infine, la proposta prevede una delega al governo, da esercitare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge, per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali. Il testo tiene conto della riforma costituzionale che taglia il numero di deputati e senatori, quindi si articola sull’elezione di 600 parlamentari complessivi (400 alla Camera e 200 al Senato).
Il testo Brescia elimina la quota maggioritaria del Rosatellum, cancellando i collegi uninominali. Il Rosatellum, infatti, è un sistema misto maggioritario-proporzionale. Con il Rosatellum il 36 per cento dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario, il restante 64 per cento con un sistema proporzionale. Dunque, alla Camera i seggi assegnati con il sistema uninominale sono 232 su 630, al Senato 116 su 315. Ma la legge elettorale in vigore si riferisce a 945 parlamentari, non tiene quindi conto della riforma costituzionale approvata dal Parlamento e ora in attesa dell’esito del referendum.
SOGLIA DI SBARRAMENTO: viene innalzata la soglia nazionale di sbarramento dall’attuale 3% al 5%. Una seconda soglia, del 15%, vale di fatto solo a livello regionale per la Camera, per le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, come la Svp.
CIRCOSCRIZIONI: in tutto sono 28 le circoscrizioni, vengono mantenute quelle previste dall’attuale legge elettorale, il Rosatellum.
SEGGI CAMERA: sono in tutto 391 i seggi proporzionali che vengono assegnati a Montecitorio. A questi si aggiungono 8 seggi per gli eletti all’estero (in tutto 4 circoscrizioni), e 1 collegio uninominale per la Val d’Aosta.
SEGGI SENATO: sono in tutto 195 i seggi proporzionali che vengono assegnati a palazzo Madama. A questi si aggiungono 4 seggi per gli eletti all’estero e 1 seggio per la Val d’Aosta. – DIRITTO DI TRIBUNA: è il meccanismo per garantire rappresentanza anche alle forze politiche minori, che non superano lo sbarramento nazionale del 5%. Si prevede che, alla Camera, siano eletti i candidati di quelle formazioni che ottengono almeno tre quozienti in almeno due regioni, mentre al Senato siano eletti i candidati che ottengono almeno un quoziente nella circoscrizione regionale.
LISTE (LUNGHE, CORTE, BLOCCATE O CON PREFERENZE?): il testo base non modifica i listini bloccati previsti dal Rosatellum. Il tema della lunghezza delle liste e della possibilità di reintrodurre le preferenze o di lasciare immutata l’attuale situazione non viene affrontato nella proposta di legge Brescia ma, come da accordi di maggioranza, sarà oggetto di confronto durante l’iter parlamentare. Da sottolineare che l’eliminazione dei collegi uninominali e, anche, del ‘collegamento’ tra liste – in sostanza le alleanze in coalizione prima del voto – elimina di conseguenza il numero massimo di quattro candidati previsto ad oggi, consentendo invece un numero di “candidati pari al numero dei seggi assegnati nel collegio plurinominale”.
Scontro. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno votato il testo base della legge elettorale, esprimendosi nettamente contro il proporzionale con soglia di sbarramento al 5%. Il centrodestra ha quindi lasciato i lavori della commissione Affari costituzionali della Camera prima del voto: “Non saremo complici di questo reato, di questo scempio”, ha detto l’azzurro Francesco Paolo Sisto. Anche Leu non voterà il testo base sulla legge elettorale, il cosiddetto Brescellum, scegliendo di astenersi. Pur essendo a favore di un sistema proporzionale, ha spiegato in commissione Affari costituzionali della Camera il capogruppo, Federico Fornaro: “Riteniamo che la soglia di sbarramento del 5%” sia troppo alta e “negherebbe la rappresentanza a milioni di elettori”, quindi “auspichiamo possa essere abbassata”.
Italia Viva. Italia viva, come già preannunciato, non parteciperà al voto in commissione Affari costituzionali della Camera per l’adozione del testo base, il cosiddetto Brescellum.     Lo ha annunciato il capogruppo Iv in commissione, Marco Di Maio. “Siamo contrari a qualsiasi accelerazione sulla legge elettorale – ha spiegato – e riteniamo si debba aprire un cantiere più ampio sulle riforme, come la sfiducia costruttiva e il superamento del bicameralismo paritario, coinvolgendo le opposizioni”. 

10 Settembre 2020
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