Scuola
7:57 pm, 9 Settembre 20 calendario

Scuola, smart working per chi ha figli in quarantena

Di: Redazione Metronews
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“Il rientro a scuola avverrà in un contesto nuovo e non facile, grazie al lavoro preparatorio fatto l’anno scolastico comincerà regolarmente, a partire dal 14 settembre. Ci sarà qualche cambiamento e regole nuove, ma il rientro sarà in piena sicurezza: è l’obiettivo prioritario di questo governo. Ogni anno la scuola riparte tra mille polemiche, disagi ritardi, quest’anno in aggiunta a queste carenze strutturali, si aggiungono anche le difficoltà causate dalla pandemia, che complicheranno inevitabilmente la scuola”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi con i ministri dell’Istruzione, Azzolina, Salute, Speranza e Trasporti, De Micheli, durante la quale è stato precisato: “In caso di studenti positivi e costretti a stare a casa, per i genitori sarà possibile usufruire dello smart working”. Nel caso di un insegnante in quarantena, invece, “continuerà a lavorare da casa, con la didattica a distanza”. 
Due milioni e mezzo di banchi
“In soli due mesi – ha sottolineato Conte – abbiamo reperito 2,5 milioni di banchi nuovi. Alcuni di questi banchi sono stati già distribuiti, continueremo in tutto il mese di settembre. Il programma di consegne finirà entro ottobre. Mettiamo già in conto che ci saranno nuovi contagi a scuola, abbiamo però predisposto linee guida, regole, un prontuario per affrontare queste difficoltà. È uno scenario inevitabile, non dobbiamo lasciarci sopraffare dalle preoccupazioni”, ribadisce Conte, che poi aggiunge: “Nessuno di noi ha la bacchetta magica ma di una cosa le famiglie italiane non devono dubitare: abbiamo fatto il massimo per dare ai nostri ragazzi il massimo e per regalare alla scuola un nuovo inizio. Questa per la scuola è una grande opportunità: ricomincia con più spazi, più docenti e meno alunni in classe grazie a un investimento pari a 7 miliardi da gennaio ad oggi”.
Più docenti
“Sulla scuola stiamo facendo quello che non si è mai fatto in tanti anni, penso ad esempio al piano assunzioni del personale docente, un piano organico, sistematico che arriverà sino immettere in ruolo 160 mila nuovi docenti” rivendica Conte, che aggiunge: “Abbiamo inoltre predisposto l’assunzione a tempo determinato di ben 70 mila docenti e personale Ata per gestire questo periodo di emergenza. Abbiamo investito ben 2 miliardi nell’edilizia scolastica. Questo per la scuola può essere un nuovo inizio in tutti i sensi, non dobbiamo accontentarci di tornare a una normalità che non ci soddisfa pienamente”. 
“Giusto chiuderle”
“Di una cosa siamo certi. Che è stato giusto chiudere le scuole e che è necessario e doveroso riaprirle adesso. Oggi siamo più preparati, il quadro è diverso ed è un imperativo morale restituire agli studenti e alle famiglie un pezzo di normalità, un pezzo di speranza e un pezzo di futuro” afferma invece la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che assicura: “A scuola ci sono delle regole, ci sono delle misure sanitarie ma ci sono anche adulti preparati: nell’orario giornaliero di uno studente la scuola forse rappresenta veramente il luogo meno rischioso”. Il ministro inoltre precisa: “A giugno avevamo circa un 15% di criticità, quindi erano circa un milione gli studenti che rispettando il metro di distanza previsto dal Cts non avevano un’aula. Abbiamo fatto un lavoro enorme questa estate e rispetto a quel metro di distanziamento oggi non abbiamo un milione di studenti senza un’aula nella quale il distanziamento è prescritto ma sono circa 50 mila. Non significa che non andranno a scuola, andranno a scuola per questo inizio di anno scolastico senza il metro di distanziamento mettendo la mascherina ma queste sono situazioni residuali che stimo risolvendo”.
Mascherine chirurgiche sui bus
Il ministro dei Trasporti Paola De Micheli spiega che per il trasporto pubblico locale “ci sarà l’obbligo della mascherina chirurgica, il massimo del riempimento all’80% e una riduzione dei posti in piedi”, inoltre sui bus dovranno esserci distributori di disinfettante e il personale avrà l’obbligo di verificare che la mascherina venga indossata. Il primo giorno di scuola è alle porte, ma rispondendo a una domanda Conte assicura che non ci saranno sconquassi nel governo: “All’orizzonte non mi aspetto nulla. Cosa aspetta che il 15 ci riuniamo per valutare un rimpasto? La risposta è no”.
Presidi: mascherine insufficienti
“Da mesi andiamo ripetendo quanto sia fondamentale la riapertura delle scuole nel progetto di ripartenza del nostro Paese e diamo atto all’esecutivo di non essersi risparmiato finora. Andando nello specifico, mi auguro che siano adeguatamente disciplinate la questione delle certificazioni mediche che le famiglie dovranno esibire per far rientrare a scuola gli alunni assentatisi nonché la gestione del personale fragile o in quarantena che, per poter continuare a lavorare, non dovrà essere posto in malattia”. È la replica del Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione nazionale presidi. Passando poi alla questione della distribuzione delle mascherine, Giannelli evidenzia che “numerosi presidi ci hanno inoltre segnalato che le mascherine consegnate finora sono sufficienti solo per pochissimi giorni, dovendo essere distribuite anche agli alunni e non solo al personale”. 
Giannelli prosegue affermando che “non sono ancora stati forniti dati precisi sul numero di banchi effettivamente consegnati alle scuole: dalle poche notizie diffuse, sembrano essere pochi rispetto al numero totale di oltre 2.400.000 unità”. Il Presidente dell’Anp così conclude: “Non possiamo che unirci all’appello ai docenti e al loro ruolo centrale nella ripresa: con loro gli studenti si potranno riappropriare delle loro scuole e ricominciare a viverle appieno. Il 14 settembre sarà comunque una giornata da ricordare per il nostro Paese”.
Già i primi contagi
La prova di ripartenza della scuola, giorno dopo giorno, si rivela sempre più una prova di convivenza con il coronavirus. Dopo un primo caso in Trentino in un asilo nido a Pergine Valsugana, a solo due giorni dall’apertura dell’anno scolastico, anche l’Alto Adige registra il suo primo caso Covid in un asilo. Nella sezione tedesca a San Candido un bambino è infatti risultato positivo. Lunedì non è stato bene e ha accusato dei sintomi, la conferma è poi arrivata dal tampone. I suoi 20 compagni e le rispettive famiglie ora sono in quarantena, ma l’asilo non è stato chiuso.
Anche un alunno di una scuola materna di Piacenza, è risultato positivo al tampone. Il piccolo è stato sottoposto al test dopo aver partecipato all’inserimento per un’ora, il primo settembre scorso, giorno di apertura, e dopo che un famigliare era risultato positivo. Anche le sue condizioni fortunatamente non destano preoccupazioni. La creazione di ‘classi bolla’ nell’asilo e la collaborazione tra genitori e istituto, hanno permesso di limitare la quarantena a sette soli suoi compagni di classe e a due insegnanti e non all’intera scuola. Sono risultati tutti negativi gli altri bambini dell’asilo.
Un secondo caso di positività al coronavirus è stato riscontrato tra gli studenti dell’Istituto tecnico “Malignani” di Cervignano del Friuli, impegnati in questi giorni nei corsi di recupero in attesa dell’avvio delle lezioni, previsto in Friuli Venezia Giulia il 16 settembre. Dopo il riscontro del primo caso i corsi di recupero sono proseguiti a distanza.
Anche uno studente reggiano di 15 anni è risultato positivo. Il ragazzo frequenta un liceo cittadino, dove nell’ultima settimana ha seguito due corsi di recupero. Con lui in aula, oltre al docente, c’erano altri quattro studenti. Infine, in Calabria, l’asilo di Mirto di Corsia è stato chiuso dopo un caso di positività.

9 Settembre 2020
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