Scuola, prima campanella ma De Luca: “Non siamo pronti”
L’Alto Adige ha inaugurato, come capofila in Italia, l’anno scolastico post Covid. Sono 91.797 in tutto i bambini e ragazzi che questa mattina sono tornati all’asilo e sui banchi di scuola dopo una pausa durata dal marzo scorso, ovvero esattamente sei mesi. Complessivamente gli iscritti fanno registrare quest’anno inAlto Adige un incremento di poco meno di 500 unità, derivanti però dalla differenza fra i quasi 1.000 studenti in più registrati nelle scuole di lingua tedesca e gli oltre 400 in meno registrati nelle scuole di lingua italiana. Stabili gli iscritti negli istituti di lingua ladina. Il ritorno a scuola porta con sè nuove sfide proprio a causa delle speciali misure di sicurezza derivanti dalla necessità di prevenire una ulteriore diffusione della pandemia dicoronavirus. Quest’anno ci saranno gruppi stabili, misure igieniche estese e speciali precauzioni di sicurezza.
Maestre “bardate”
A Milano porte aperte per nidi e materne. Il capoluogo lombardo è la prima grande città ad aprire le scuole scommettendo sulla buona riuscita nonostante il clima di incertezza. Sono 19mila i bambini oggi torneranno negli asili nido e nelle scuole materne comunali, che diventeranno 30mila una volta terminati gli inserimenti. Anche Torino ha anticipato il ritorno in classe dopo il lockdown. Così come a Vo’ Euganeo, il comune in provincia di Padova tra i primi a sperimentare il lockdown, ha riaperto oggi le porte ai bambini della scuola per l’infanzia. Lo stesso istituto che aveva ospitato il “laboratorio prelievi” della Croce Rossa per lo studio sui tamponi coinvolgendo l’intera cittadinanza, è stato allestito con banchi e arredi anti-virus. Lunedì prossimo arriverà in visita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La ripartenza della scuola è segno di rinascita per tutto il Paese”, ha commentato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Dappertutto si registra una voglia di socialità con i bambini felici per aver ritrovato la normalità dei giochi in classe. Anche se non sono mancate le polemiche come quella di una insegnante milanese che, rispondendo a un post del Comune, ha criticato l’abbigliamento imposto: “Noi educatrici ci presenteremo così a bambini di due anni che non ci vedono da 6 mesi..con camici in plastica.(modello figurella x dimagrire)..neanche gli infermieri sono così”, con altre insegnanti a darle ragione.
Rientro sperimentale
A Milano ritorno sui banchi di scuola con una settimana di anticipo per gli studenti di alcuni istituti superiori, tra cui il liceo classico Beccaria. Tra i ragazzi, che sono tornati in classe dopo mesi di didattica online da casa, c’è voglia di ripartire e spirito di collaborazione per il rispetto delle misure di sicurezza che prevede ad esempio di indossare le mascherine.
“Ci sentiamo strane a rientrare in aula dopo tanti mesi – hanno spiegato due studentesse che hanno appena iniziato il quinto anno – ma, tranne che per le misure di sicurezza anti contagio, tutto è come prima. In classe i banchi sono più distanziati, non c’è l’intervallo e dobbiamo indossare le mascherine, che quando siamo seduti al banco si possono abbassare”.
Anche al liceo Beccaria gli ingressi e le uscite sono scaglionate per non creare assembramenti e la didattica “potrebbe essere mista per un periodo, come ci hanno spiegato – ha aggiunto una studentessa – con alcuni di noi presenti ed altri da casa”. A scuola “si sono organizzati bene con tutte le misure di sicurezza – ha commentato uno studente -, oramai ci siamo abituati ad indossare mascherine e non ci pesa. È stato un primo giorno positivo dopo mesi di lontananza”.
Campania fuori dal coro
In senso contrario va la Campania: il governatore De Luca ha deciso di. posticipare l’apertura al 24, dopo, quindi, anche le elezioni rgionali che lo vedono candidato. “Si è verificato, dopo una valutazione attenta della situazione, il permanere di criticità – aggiunge – che rendono necessario prendere altri 10 giorni di tempo per conseguire elementi di maggiore tranquillità. Sul piano sanitario si è deciso di rendere obbligatorio lo screening a tutto il personale scolastico. Si è approvato un piano straordinario di affiancamento ai medici di medicina generale e di esecuzione dei tamponi con risultati entro le 24 ore. Si è deciso di finanziare come Regione l’acquisto di termoscanner per misurare la temperatura degli alunni negli istituti, ritenendo poco plausibile la misurazione a casa. Non vi sono, ad oggi, dati certi sul personale docente a disposizione, sulle forniture di banchi singoli, sugli insegnanti di sostegno, sui posti disponibili per gli alunni. È altresì necessario concludere da parte dei Comuni accordi con società di trasporto anche private, per garantire la piena disponibilità dei mezzi necessari per il trasporto scolastico. Sono queste alcune delle criticità ancora presenti che rendono necessario un rinvio dell’apertura. Si lavorerà nei prossimi giorni, con grande senso di responsabilità, per avere – conclude De Luca – le condizioni minime di sicurezza per lo svolgimento delle attività scolastiche”.
Caos supplenti
“Calabria 16 domande, Molise, 7, Piemonte 30, Toscana 50, Puglia 26, Friuli 8: i primi dati ufficiali sulla call veloce parlano di un flop che, complice anche il blocco quinquennale, supera di gran lunga le più pessimistiche previsioni e lasciano presagire un numero di richieste nettamente al di sotto delle attese e risibile se paragonato alle 60.000 cattedre non assegnate sulle 84.000 previste. Anche quest’anno, come avevamo ampiamente previsto, – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – il numero di posti vacanti che resteranno scoperti sarà esorbitante, facendo schizzare le supplenze a quota oltre 200.000. E la situazione non è destinata a migliorare neanche con i concorsi per i quali sono stati banditi circa 70.000 posti nel prossimo triennio, un numero del tutto insufficiente a coprire in maniera strutturale gli organici che, in previsione dei prossimi pensionamenti, nel triennio 2020/23 dovrebbero portare ad una disponibilità di almeno 140-150 mila posti”.
“È evidente come il sistema di reclutamento non sia in grado di stare al passo con questi grandi numeri che richiederebbero di fare un concorso ogni mese. Per disporre in tempo utile delle graduatorie da cui attingere per coprire tutte le cattedre e arginare il fenomeno del precariato diventato ormai patologico, è indispensabile snellire le procedure concorsuali. A tal proposito, – ricorda Di Meglio – siamo ancora in attesa di avviare i tavoli tecnici per l’istituzione di nuovi percorsi abilitanti strutturali previsti dal Decreto Scuola approvato il 6 giugno scorso che, come prevede l’articolo 2 bis, dovrebbe essere avviato entro 60 giorni, ormai scaduti, tramite un decreto ad hoc a firma del Ministro dell’Istruzione”.
Test sierologico superveloce
Un test sierologico che si può fare raccogliendo due sole gocce di sangue pungendo il dito, che costa poco e dà la risposta in un’ora: è lo strumento sviluppato dall’università Statale di Milano, che verrà utilizzato per fare uno studio sperimentale con cui conoscere e monitorare la diffusione dell’infezione da SarsCoV2 negli studenti milanesi durante l’anno scolastico. Il programma è stato presentato oggi presso l’Ospedale Buzzi di Milano.
“Questa mattina sono stati distribuiti 6000 kit in 14 scuole di Milano, che vanno dalle elementari alle secondarie superiori – precisa Gian Vincenzo Zuccotti, direttore del Dipartimento di Pediatria dell’Asst Fatebenefratelli Sacco e Prorettore ai rapporti con le istituzioni sanitarie della Statale – Le famiglie, su base volontaria, potranno richiederlo alla scuola”.
Il kit verrà quindi portato a casa, verranno raccolte le due gocce di sangue dal polpastrello di un dito tramite puntura pungidito, su una particolare carta, che poi viene restituita alla scuola, la quale a sua volta la consegnerà al Laboratorio di Riferimento Regionale per lo Screening Neonatale dell’ospedale Buzzi con metodo immunoenzimatico (Elisa). In caso di positività, verrà fatto un tampone naso-faringeo. Il risultato negativo sarà disponibile nel Fascicolo Sanitario Elettronico del singolo interessato e consultabile direttamente dal pediatra di libera scelta.
Il test verrà ripetuto ogni tre mesi sugli stessi ragazzi per 6 mesi dall’inizio delle attività scolastiche. “In questo modo potremo sapere effettivamente come circola il virus tra bambini e adolescenti, se in forma asintomatica o meno, con la riapertura delle scuole – continua Zuccotti – visto che dati su questo non ce ne sono. Speriamo che questo studio venga esteso anche ad altre città e regioni”. La possibilità di sottoporsi al test verrà offerta anche ai docenti e studenti della Statale che accedono alle aule e residenze universitarie, sempre su base volontaria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA