L’Arco di luce al Pantheon evento di Archeoastronomia
ROMA Nella tarda mattinata di oggi al Pantheon di Roma si potranno osservare l’Arco e il Quadrato di luce: due fenomeni luminosi particolarissimi, legati all’Archeoastronomia, che sono stati scoperti dagli studiosi Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano. L’ora esatta nella quale si verificano questi “effetti speciali” sono le 13, ma conviene andare un po’ prima per via della coda all’ingresso del monumento e per seguire tutto l’affascinante movimento della macchia di luce. I due effetti si potranno ammirare, sempre alla stessa ora, anche domani e domenica 6 settembre.
Epifanie solari
Ma cosa avviene esattamente? Il Sole, entrando dall’oculo del Pantheon, va a contornare con precisione l’arco dell’ingresso. Questo “Arco di luce” fu predisposto ad arte – secondo De Franceschini e Veneziano – come simbolo del potere dell’imperatore, che poteva entrare nel monumento e far vedere che comandava persino il corso del Sole, che in qualche modo lo “incoronava”. Ciò sarebbe anche una conferma dell’antica attribuzione del Pantheon a Cibele, la Dea madre che si celebrava proprio nei giorni nei quali avviene l’effetto. Una seconda “epifania solare” – il Quadrato di luce – si verifica invece fuori dal Pantheon: qui un quadrato luminoso, simbolo della Terra, racchiude il cerchio scuro sul pavimento, simbolo dell’universo, come nel Templum etrusco. Anche in questo caso l’imperatore arrivava e si faceva “illuminare” dal Sole esprimendo tutta la sua potenza.
Solo due volte l’anno
I riferimenti dell’Arco e del Quadrato di luce al Pantheon erano legati alle feste romane di Diana, Apollo, Cibele e ai Ludi Megalenses in aprile e a Giove Ottimo Massimo con i Ludi Romani in settembre. Secondo gli studiosi si tratta di effetti luminosi ben più spettacolari di altri legati all’Equinozio, al Natale di Roma o al Solstizio. L’Arco e il Quadrato di luce, scoperti nel 2014, sono visibili solo in due periodi dell’anno: dal 4 al 6 settembre e dal 6 all’8 aprile. Rientrano nell’Archeoastronomia, che studia gli edifici orientati astronomicamente in modo da ottenere particolari effetti in determinati giorni dell’anno, come a Stonehenge o Abu Simbel, solo per citare i più famosi. Ma fenomeni di questo tipo sono stati scoperti da Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano anche in altri luoghi del Lazio: come Villa Adriana di Tivoli, Castel Sant’Angelo e la Grotta di Tiberio a Sperlonga.
Un Circo Massimo cosmico
Non solo Pantheon. Anche l’area del Circo Massimo sarà la cornice di quattro serate a tema tra archeologia e astronomia che si terranno sabato 5 settembre e nelle domenica 13, 20 e 27 settembre. “Il Cosmo al Circo Massimo. Miti, visioni e racconti tra archeologia e astronomia” – questo il titolo dell’evento – svelerà i significati astronomici presenti nell’area partendo dai resti archeologici e dalla loro storia ricca di simbolismi cosmici. L’iniziativa, che fa parte di Romarama, è curata dagli archeologi della Sovrintendenza Capitolina e dagli astronomi del Planetario di Roma Capitale. Ciascuna delle serate svilupperà un tema differente, che avrà idealmente come protagonista un diverso corpo celeste: i pianeti, le stelle, il Sole, la Luna, attraverso la lettura dei resti monumentali dell’area. Dal Circo Massimo, epicentro del racconto cosmico, lo sguardo spazierà verso il cielo ma anche negli ambienti sotterranei alla ricerca dei mitrei, sui colli adiacenti e sull’intera skyline della città, per far emergere l’antica rete di monumenti e siti archeologici (Domus Aurea e gli obelischi per citarne alcuni) che da millenni riconnettono Roma al cielo. Prevista anche l’osservazione guidata del cielo stellato, con la videoproiezione su megaschermi delle immagini acquisite dai telescopi del Planetario dei pianeti Giove e Saturno, del Sole e della Luna, oltre alla vista a 360° del cielo sopra il Circo Massimo. Informazioni su www.museiincomuneroma.it o allo 060608.
LORENZO GRASSI
© RIPRODUZIONE RISERVATA