Paura contagio sul treno del controesodo
Per due volte i passeggeri in piedi sono stati invitati a scendere da treni “troppo pieni” e a spostarsi su altri convogli per evitare che si protraesse una situazione pericolosa in chiave anti_Covid. E’ successo nella domenica del ritorno dalla ferie agostane sul treno regionale Pescara – Milano partito alle 14 dall’Abruzzo e arrivato alle 23 e 30 nel capoluogo lombardo. Vagoni colmi di vacanzieri, tanti al rientro dalle località di villeggiatura sul mare Adriatico, che hanno espresso tra loro e al personale di bordo il disappunto per essere stati costretti a viaggiare in una situazione apparsa critica. La maggior parte delle Regioni, tra cui l’Abruzzo, le Marche, l’Emilia e la Lombardia, consentono ai treni una capienza del 100 cento ma su questo regionale si è andati ben oltre, con persone in piedi e assembramenti nei corridoi. Tutti con la mascherina indosso, compresi i numerosi ragazzi di ritorno dalle mete del divertimento della riviera romagnola.
Alla stazione di Rimini, quando è risultato evidente che la situazione fosse fuori controllo, il treno è stato fermo una decina di minuti. Alla successiva stazione di Cesena, i viaggiatori “in piedi” sono stati invitati a scendere e a prendere un altro treno diretto a Milano. Il regionale si è alleggerito ma non del tutto e a Bologna altri passeggeri in esubero hanno ricevuto analoga esortazione a spostarsi su un altro treno (partito da Ancona) pronto ad accoglierli nel binario a fianco. Finalmente si è tornati a una situazione di normalità comunque tra le proteste delle persone, confuse dalle diverse ordinanze regionali sulla capienza e impaurite dalle possibilità di contagio nei momenti di massimo affollamento sul Pescara – Milano. Alcuni non hanno voluto far sedere al loro fianco altri passeggeri pensando che fosse vietato. Solo in Emilia Romagna si è sentito l’altoparlante ricordare che l’ordinanza regionale prevedeva la capienza al 100 per cento, il resto del viaggio è stato caratterizzato da continui dibattiti su cosa fosse possibile e cosa no. “E’ assurdo – ha osservato una donna – che nelle stazioni l’altoparlante inviti al distanziamento sociale e, saliti sul treno, ci si trovi tutti appiccicati”.
Situazione analoga si era verificata domenica scorsa sulla stessa tratta, sul regionale 1754 partito da Pescara alle 15.57 con arrivo programmato a Milano alle 23.30. A Rimini, a seguito di proteste per il sovraffollamento, il treno era stato fermato. Il personale di Trenitalia ha fatto scendere coloro che avevano il biglietto fino a Bologna.
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