Scuola
4:35 pm, 18 Agosto 20 calendario

Scuola, mamme in allarme Ma è una fake news

Di: Redazione Metronews
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Come se non bastassero le polemiche che imperversano sulla scuola, arrivano anche quelle che si basano su notizie infondate.
Chat impazzite. Il tema è il trattamento da riservare ai bambini che presentassero sintomi da covid, come ad esempio la febbre. Secondo i post Facebook diventati subito virali e le chat delle mamme che vibrano di commenti, una circolare del ministero dell’Istruzione, imporrebbe di isolate i bambini a scuola, vietando il prelievo da parte dei genitori.
Tanto che molte mamme questa mattina hanno chiamato a scuola per negare una tale autorizzazione. Ma le segreterie ammijistrative, già oberate di lavoro per mettere a punto ka nuova gestione, non ne sapevano niente.
​Smentita. Tanto che il ministero dell’Istruzione ha dovuto pubblicare un post ad hoc. 
“Sta purtroppo girando una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente”, è stati pubblicato sulla pagina Facebook del ministero dell’Istruzione.
“Il Protocollo di sicurezza – prosegue il post – prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile ‘al ritorno al proprio domicilio’ e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti”.
Allarme internazionale. La scuola è comunque al centro di attenzione internazionale. Sono i bambini, i meno colpiti dalla pandemia di coronavirus, a essere però i più a rischio per le conseguenze in tutto il mondo: dall’esclusione per molti definitiva dai percorsi di istruzione e formazione, alle violenze fisiche alle quali vengono sottoposti in casa nei già duri periodi di lockdown.
Il doppio allarme arriva da Save the children e Unicef.
In una lettera un gruppo di 275 ex leader mondiali, economisti ed esperti di educazione ha chiesto ai Paesi del G20 e ad altri Paesi di agire subito per evitare che la crisi sanitaria globale possa dar vita a una “generazione Covid”, sottolinea Save the children: decine di milioni di bambini senza nessuna speranza di aver accesso all’educazione. “La pandemia di Covid-19 è una crisi sanitaria globale che ha messo il mondo di fronte a un’emergenza educativa senza precedenti. Questa emergenza rischia di negare a milioni di bambini il loro diritto all’educazione, esacerbando le disuguaglianze legate al benessere e al genere e intrappolando interi Paesi in una spirale fatta di crescita lenta, aumento della povertà e perdita di opportunità. I governi dovrebbero investire nell’educazione, assistiamo invece a tagli senza precedenti nei bilanci. La comunità internazionale, come una sonnambula, sta andando verso un disastro educativo che si potrebbe evitare e che rischia di avere conseguenze su un’intera generazione”, ha affermato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.
Generazione covid. Secondo i leader, tra cui molti presidenti e primi ministri, sono necessarie misure urgenti per dare fondamentale priorità al destino di 30 milioni di bambini, i quali, secondo un rapporto dell’Unesco, anche con la fine dei lockdown, potrebbero non tornare mai a scuola.
In questo già grave quadro, in oltre 100 Paesi manca poi del tutto la protezione per i più piccoli: “Secondo un’indagine globale dell’Unicef, i servizi di prevenzione e risposta alla violenza sono stati seriamente interrotti durante la pandemia da Covid-19, lasciando i bambini a maggior rischio di violenza, sfruttamento e abusi. Su 136 Paesi che hanno risposto alla Socio-economic Impact Survey of Covid-19 Response dell’Unicef, 104 Paesi hanno segnalato un’interruzione dei servizi legati alle violenze contro i bambini. Circa due terzi dei Paesi hanno riferito che almeno un servizio è stato gravemente colpito, tra cui Sudafrica, Malesia, Nigeria e Pakistan. L’Asia meridionale, l’Europa orientale e l’Asia centrale hanno la più alta percentuale di Paesi che hanno segnalato interruzioni nella disponibilità dei servizi”, ha spiegato Francesco Samengo, presidente dell’Unicef Italia.
Anche prima della pandemia, sottolinea l’organizzazione, l’esposizione dei bambini alla violenza era diffusa, con circa la metà dei bambini del mondo che subiscono punizioni corporali in casa; quasi 3 bambini su 4 di età compresa tra i 2 e i 4 anni sono regolarmente sottoposti a forme di disciplina violenta; e 1 ragazza adolescente su 3 di età compresa tra i 15 e i 19 anni è stata perseguitata dal proprio partner a un certo punto della sua vita.
“Stiamo appena cominciando a comprendere appieno i danni causati ai bambini per la loro maggiore esposizione alla violenza durante i lockdown per la pandemia”, ha detto il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore.

18 Agosto 2020
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