Recovery Fund
12:04 pm, 21 Luglio 20 calendario

Ue, «Deal!» nella notte 209 miliardi all’Italia

Di: Redazione Metronews
condividi

L’unico che continua a sparare sul premier Giuseppe Conte è il leader della Lega Matteo Salvini  che parla di  «fregatura grossa come una casa». Ma sullo stesso fronte dell’opposizione persino Giorgia Meloni ammette che  Conte «è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio».
 L’euro festeggia giù lo spread
  A certificare che l’accordo sul Recovery Fund e il  bilancio 2021-27 della Ue, raggiunto nella notte  a Bruxelles dopo cinque giorni di durissime trattative segna un momento di svolta della storia recente dell’Unione Europea è l’euro, in rialzo sopra 1,14 dollari: la moneta europea passa di mano in rialzo a 1,1432 dollari, dopo aver toccato un top da 4 mesi di 1,1470 dollari. Mentre lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi scende a 149 punti, ai minimi da inizio marzo e cioè a livelli pre-pandemia. E anche le Borse già in apertura hanno festeggiato.
«Deal!»
«Accordo!»: così, con un tweet alle 5,30 del mattino il presidente del consiglio europeo Charles Michel ha annunciato l’accordo
Cosa prevede il piano
Il piano per il Recovery Fund prevede risorse per 750 miliardi, (già previste nel piano Next Generation Ue) dei quali 390 a fondo perduto e 360 in prestiti. Una somma significativamente inferiore rispetto alle ambizioni del pacchetto da 500 miliardi di euro ispirato dalla proposta di Francia e Germania a maggio e poi avallato dalla Commissione europea, ma fortemente osteggiata dai cosiddetti paesi “frugali” che puntavano a scendere sotto i 400 miliardi, dai 500 iniziali, per la quota a fondo perduto e hanno ottenuto  la crifra simbolica, qualcuno dice ideologica,  di 390 miliardi.  I Paesi frugali hanno anche ottenuti forti sconti sulla contribuzione europea.
All’Italia va l’ammontare maggiore di risorse, il 28% del fondo, 209 miliardi dei quali 81,4 a fondo perduto e 127,4 di prestiti. Questa seconda voce è stata incrementata di 36 miliardi rispetto alla bozza iniziale. Nella proposta Von der Leyen erano 172,745, di cui 81,807 di grants e 90,94, che adesso passano rispettivamente a 81,4 e 127,4: insomma, sostanzialmente gli stessi contributi a fondo perduto, e molti più prestiti. Sono 36 miliardi in più che equivalgono, tra l’altro, all’entità del Mes sul quale tanto si discute in Italia.
 I piani nazionali
Per poter accedere ai fondi Ue gli Stati  dovranno presentare da ottobre alla Commissione un piano nazionale di ripresa e resilienza che spiegherà come il Paese intende usare i fondi. Sarà il Consiglio, su indicazione della Commissione che ha tempo due mesi, a decidere a maggioranza qualificata (55% dei Paesi pari al 65% della popolazione Ue) se approvare il piano.
Il super freno d’emergenza
E’ il punto su cui si è intrecciato il braccio di ferro tra l’olandese Mark Rutte e l’italiano Giuseppe Conte. Alla fine è passata la proposta del presidente del Consiglio Charles Michel. I piani presentati dagli Stati membri saranno approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata, in base alle proposte presentate dalla Commissione. Quindi non ci sarà il potere di veto anche di un solo Stato membro, come pretendeva Rutte. Sarà invece il Comitato economico e finanziario (Cef), i supertecnici dei ministri delle Finanze dei Paesi a valutare il rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi fissati per l’attuazione dei piani nazionali. Se verranno riscontrati problemi un singolo Paese “in via eccezionale” potrà chiedere di portare la questione sul tavolo del Consiglio Europeo.
I tempi
I soldi ddel Recovery Fund saranno disponibili dal prossimo anno e sono vincolati a una «condizionalità» progettuale, cioè a piani presentati dagli Stati, condizionalità ffortemente criticata in Italia dall’opposizione. Una volta presentato il piano, il via libera dovrebbe arrivare in due mesi. Il Recovery Fund è finanziato dalla Commissione Ue che solo da gennaio potrà andare a raccogliere i soldi sui mercati emettendo bond garantiti dal bilancio Ue 2021-2027
La soddisfazione di Conte
“È un momento storico per l’Europa e per l’Italia – ha rimarcato il premier, Giuseppe Conte, visibilmente stanco ma soddisfatto -. Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre. Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo”. Il presidente del Consiglio ha annunciato la creazione a breve di una task force per seguire i vari progetti da implementare con i fondi stanziati, e ha sottolineato la vittoria italiana nell’impedire che singoli Paesi avessero possibilità di veto: “Ovviamente è giusto che ci sia un sistema di verifiche e che sia stato concepito in relazione all’implementazione dei progetti. Ma era una pretesa inaccettabile che il singolo Paese potesse esercitare diritti di veto. Non lo avrei mai concesso, non l’ho concesso e sono soddisfato del risultato raggiunto”.
Il ruolo della Merkel
Per piegare la resistenza dei 4 frugali Angela Merkel e Emmanuel Macron hanno fatto fronte comune, con l’appoggio forte di Italia e Spagna e poi nel corso delle ore di tutti gli altri leader europei. I frugali hanno affermato un loro ruolo politico all’interno dell’Ue e messo in difficoltà l’asse franco-tedesco che per tutto il vertice ha sostenuto le ragioni del fronte sud. E Merkel è riuscita anche a tirare le fila del negoziato con i paesi di Visegrad sulle condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto e alla fine l’accordo che soddisfa tutti è arrivato
Seduta record
Per pochi minuti il Consiglio Ue durato quattro giorni e quattro notti per trovare l’accordo sul Recovery Fund non è il più lungo della storia dell’Unione europea. Il record, con 92 ore, resta infatti al vertice di Nizza del 2000.
i
 

21 Luglio 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo