AMBIENTE
1:58 pm, 14 Luglio 20 calendario

Per salvare i pescecani arriva la App antizuppa

Di: Redazione Metronews
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Quanti squali possiamo salvare scegliendo di non mangiare una tazza di zuppa di pinne? Lo svela la nuova APP creata dal WWF e lanciata oggi in occasione della Giornata Mondiale degli squali: si chiama Sharkulator ed è stata ideata per incoraggiare più persone possibile a non consumare uno dei piatti più gettonati dei banchetti e cerimonie nella cultura orientale. Infatti, il cuore del mercato asiatico di pinne di squalo è Hong Kong, un vero e proprio hub per il loro commercio. Ad esempio, se 100 ospiti di un pranzo celebrativo evitano la zuppa di pinne, il calcolatore segnala la salvezza di almeno 12 squali.
 
La APP si basa su dati scientifici che riguardano la mortalità degli squali pescati in modo insostenibile: la sovrapesca è infatti una delle cause che sta portando molte specie di squali e razze sull’orlo dell’estinzione. Nel mondo si stima che, a causa della domanda di pinne, vengano uccisi fino a 73 milioni di squali ogni anno. Già nel 2014 l’IUCN aveva segnalato il 25% delle specie minacciato di estinzione: nel 2019 un aggiornamento sullo stato di questi animali ha mostrato un evidente peggioramento con 42 specie minacciate rispetto alle 25 di 5 anni prima. Tra le specie più colpite al livello globale, la verdesca.
Nel Mediterraneo il consumo diretto della carne di squalo è elevato, soprattutto in Italia, che è fra i principali importatori e consumatori. Molto spesso questo avviene senza che i consumatori se ne rendano conto, o perché non sanno che nomi comuni quali verdesca, palombo, smeriglio indicano specie di squali, oppure perché sono vittime di frodi alimentari come quella, assai comune, di tranci di squalo spacciati per pesce spada.
Il Mediterraneo conta più di 80 specie diverse di squali e razze ma oltre la metà sono minacciate e alcune rischiano di estinguersi. Nonostante la normativa proibisca lo sbarco di specie protette di squalo e razza e allenti la pressione di pesca su altre specie, il prelievo è controllato in modo molto approssimativo con divieti spesso ignorati. E così tantissime specie di squali e razze, alcune delle quali in pericolo critico di estinzione, vengono regolarmente catturate in modo illegale da reti e palangari, come rivelato dalle numerose segnalazioni ricevute dal Wwf, grazie all’attivismo di citizen scientists. Non ci sono Paesi esenti da questa mattanza: sbarchi illegali di diavolo di mare (la mobula) sono registrati in Algeria, Libia, Turchia e Spagna; il grande squalo bianco, lo squalo mako e lo squalo martello finiscono nei mercati di Marocco, Tunisia, Italia e Francia; specie meno conosciute come l’altavela vengono catturate in Grecia, Spagna, Libia e Turchia e i palombi possono essere trovati nei mercati della Croazia (ma i dati sulle loro catture sono scarsi).
 
 

14 Luglio 2020
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