Cronaca
2:47 pm, 8 Luglio 20 calendario

Al via il processo d’appello-bis per l’omicidio Vannini

Di: Redazione Metronews
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ROMA Ha preso il via questa mattina il processo d’Appello Bis per l’omicidio di Marco Vannini dopo la sentenza dei giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione del 7febbraio scorso. I giudici della Suprema Corta avevano accolto, infatti, la richiesta delle parti civili e del sostituto procuratore generale che al termine della requisitoria aveva chiesto di annullare con rinvio la sentenza d’appello per la famiglia Ciontoli e disporre un nuovo processo per il riconoscimento dell’omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di Marco, ucciso da un colpo di pistola nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 mentre era a casa dellafidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. “Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco”, ha detto la mamma di Marco Vannini Marina Conte arrivando con il marito Valerio e altri familiari in Corte d’Appello a Roma. Per l’omicidio del ragazzo, appena ventenne, il 29 gennaio dello scorso anno i giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma avevano condannato il padre della sua fidanzata Antonio Ciontoli per l’accusa di omicidio colposo a 5 anni di reclusione contro i 14 che gli erano stati inflitti in primo grado per omicidio volontario, confermando, invece, le condanne a tre anni per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico, e per la moglie Maria Pezzillo.
“La prima cosa che mi è interessata quella sera è che qualcuno che sapesse cosa fare potesse intervenire visto che, anche se mio padre diceva di poterci pensare lui, a me dopo un po’ non sembrò così. Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, e io gli credetti perché non c’era nessuna ragione per non farlo”. Lo ha detto Federico Ciontoli, figlio di Antonio e imputato nel processo d’appello-bis per l’omicidio di Marco Vannini, ucciso il 17 maggio 2015 da un colpo partito dalla pistola di Antonio Ciontoli. “Non c’era niente che mi spinse a non credere in quello che mio padre chiamo’ ‘colpo d’aria’ – ha aggiunto il giovane – del cui significato non mi interessai piu’ di tanto essendo stato solo uno scherzo. In piu’, gli credetti perche’ mio padre si comportava proprio come se stesse gestendo uno spavento, ossia alzando le gambe e rassicurando. Il tipo di scherzo che aveva causato lo spavento in quel momento non era una preoccupazione per me”.
“Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco – queste le parole di Marina Conte, la madre della vittima, arrivando, assieme al marito Valerio, in Corte d’Appello a Roma – Quella di Federico Ciontoli è una dichiarazione vergognosa, nemmeno una parola per Marco. Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita”. 

8 Luglio 2020
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