Maurizio Guandalini
5:03 am, 7 Luglio 20 calendario

Il genio che se ne va e la domanda che resta

Di: Redazione Metronews
condividi

11 settembre 2004. Fila 12. Posto 9 (e 10). Arena di Verona. Morricone dirige Morricone. Andai con la mia ragazza, a vederlo. E ascoltare i brani, legati a film di successo, che ci emozionavano, da farne noi, sul momento, un cinema dei ricordi. Intimo. Che saltava qua e là anche su motivi  leggeri. Da Il Mondo ad Abbronzatissima, fino a Sapore di Sale e a una delle più avvolgenti, Se telefonando, concentrato, a ritmo sanguigno, dell’amore che nasce e finisce.
La scomparsa di geni unici dell’arte, è successo per Dalla, Pavarotti, Camilleri, lascia smarrimento. L’estro e la personalità appartengono alla sfera della cosiddetta eredità non replicabile. Mai trasferibile ad altri. Né a figli, né a parenti, né a conoscenti. Uno schiaffo che condanna i vivi a sciogliere alcune domande. Perché ci accorgiamo del valore di questi mostri sacri quando non ci sono più? E come il Paese li ha tenuti in considerazione, ascoltati, identificati con l’immagine migliore dell’Italia nel mondo? Chiedercelo è d’obbligo  per scansare la retorica abbondante del momento triste della perdita. E perché chi va, gira all’estero, sa quanto il vuoto reputazionale del Paese abbisogna delle mani degli ambasciatori della cultura, oltre che del made in Italy imprenditoriale. Le conclusioni sono da note tristi. La recente pandemia. L’arte, il teatro, la musica, stanno soffrendo di più e sono stati dimenticati. Perché quel lavoro lì non è visto come un lavoro ma meramente un’esibizione alla stregua dei giullari di corte. 
Una trascuratezza che rende l’idea. Di quel “Ennio Morricone, è morto”. La sua modestia, compagna di vita. Fino a scriversi il necrologio. Un abbraccio agli affetti più cari e una cerimonia in forma privata per non disturbare.  
Il libretto che accompagnava il concerto di Verona conteneva uno scritto del Maestro che così chiudeva: tutto questo non per lavarci la coscienza, ma esclusivamente per ricordare. Noi, Morricone, non dobbiamo dimenticarlo.
MAURIZIO GUANDALINI

7 Luglio 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo