I bonus, il contante e le prospettive distorte
Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita. Gridava, divertito, e sornione, Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore dei film di Fellini, in uno spot pubblicitario di venti anni fa. Da Sant’Arcangelo di Romagna , dove abitava, a pochi chilometri da Bellaria e Rimini, avrebbe parteggiato, comunque, per buone nuove anche in questi giorni con il turismo che cade a picco. Sulla riviera romagnola hanno carattere, non si buttano giù, si danno da fare nonostante tutto, i sindaci si adoperano come non mai a esaltare l’accoglienza mirabile di quelle zone. E i risultati arriveranno. Per luglio e agosto. Così in altre parti d’Italia. Il consiglio è tracciare una bella croce sui bonus partiti ieri, astenersi nel richiederli e impegnare quel tempo prezioso a tirarsi su le maniche e far da soli. L’effetto ottico dei soldi a pioggia è una questione di prospettiva. Inganna alla prima vista. Dietro ci stanno le bricioline. E non serve Mr. Art Attack per capire che se aspettiamo di far leva sui contentini ci ritroviamo a settembre dietro la lavagna con le orecchie da somaro.
Sugli artifizi del bonus vacanze avevamo messo in guardia in tempi non sospetti. Arzigogoli burocratici e tecnologici ai quali applicarsi che accostano il nervosismo che monta a fianco della rilassante vacanza agognata. Una contraddizione in termini. Come mettere paletti per semplificare. Nei cantieri fermi ma pure nella faccenda della soglia del denaro. Da tremila euro a duemila e dal 2021 mille. Con la giustificazione da presentare all’Agenzia Entrate se dai soldi a un figlio, perché i risparmi non sono proprio tuoi tuoi. Effetti ottici e prospettive. Vogliono convincerci che le soglie sono per contrastare l’evasione. Pari alla storia, fallace, della fattura elettronica. Sicuri che introdurre limiti non sia ingerenza nella privacy e una violazione delle libertà individuali? Meglio, direi. Sotto il sole di Riccione riponiamoci il copyright degli italiani che ripartono con quel sapore di sale che fastidio non dà, perché non sa di elemosina.
MAURIZIO GUANDALINI
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