Tanta microplastica anche in frutta e verdura

Quanta microplastica c’è nella frutta e nella verdura che mangiamo? Tanta, purtroppo. Per la prima volta vengono indicate le concentrazioni in una ricerca condotta dal gruppo del laboratorio di igiene ambientale e degli alimenti dell’Università di Catania, pubblicata nei giorni scorsi sull’importante rivista di settore Environmental Research (Elsevier). 
Mele, pere, carote. Nello studio del Laboratorio etneo, diretto dalla professoressa Margherita Ferrante, sono pubblicati i dati derivanti dall’applicazione del brevetto catanese su vegetali edibili (tra la frutta mele e pere, mentre tra le verdure patate, carote, lattuga e broccoli) aprendo uno scenario mai prima d’ora ipotizzato. I dati mostrano una contaminazione variabile con dimensioni medie delle microplastiche da 1,51 a 2,52 microns e un range quantitativo medio da 223mila (52.600-307.750) a 97.800 (72.175-130.500) particelle per grammo di vegetale rispettivamente in frutta e verdura. «Il gruppo di lavoro – spiegano la professoressa Margherita Ferrante e la ricercatrice Gea Oliveri Conti – sta, inoltre, ampliando gli alimenti investigati. Attualmente è in fase di elaborazione un ulteriore articolo sui dati derivanti dai filetti eduli di pesce. L’articolo riporta, inoltre, le Estimated Daily Intakes (Assunzioni giornaliere stimate) per adulti e bambini, divenendo di fatto il primo studio che quantifica l’esposizione a microplastiche inferiori ai 10 microns della popolazione generale mediante l’ingestione di tali alimenti».     
Problema globale. La ricerca dimostra che l’impatto dei rifiuti plastici nei mari e nei corsi d’acqua sugli habitat naturali e sulla fauna selvatica rappresenta un problema emergente di livello globale e l’European Food Safety Autority, di concerto con la Commissione europea, ha già richiesto un primo passo verso una futura valutazione dei potenziali rischi per i consumatori.