Maurizio Zuccari
5:01 am, 18 Giugno 20 calendario

Quel groviglio sull’Himalaya

Di: Redazione Metronews
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Quando c’è un confine frastagliato e non condiviso di oltre 4mila chilometri, più che un’opportunità hai un problema. Sembra un monito zen il commento dell’Ispi – l’Istituto per gli studi di politica internazionale – al riaccendersi degli scontri in Kashmir tra l’India e la Cina. Due potenze che contano tre miliardi di persone, un buon 40% della popolazione mondiale, e si scontrano è un bel problema non solo tra i contendenti, ma globale. Un problema che i due giganti d’Asia hanno da oltre cinquant’anni. Finché in una terra di nessuno, dove nessuna cima è inferiore ai settemila metri, preda di brume e nevi perenni, passecchiavano yak transumanti e mercanti che s’avventuravano nel ramo meridionale della via della seta che da Lhasa, in Tibet, portava al porto di Calcutta, i confini erano irrilevanti. Le cose hanno iniziato a complicarsi quando l’impero inglese ha messo le mani sulle vette himalayane, e a divenire un groviglio inestricabile quando India e Cina, autonome, hanno cominciato a venire alle mani. Stavolta alle mani sono venute letteralmente, con l’aggressione all’arma bianca, a pietrate e bastoni, che ha spedito al creatore una ventina di soldati indiani e qualche cinese – da 3 a 43, secondo le fonti. Niente a che vedere con la guerra dei 30 giorni in cui la Cina sbaragliò l’India in una mesata, appunto, nell’ottobre ‘62, pappandosi l’intero Kashmir orientale, poi restituito all’India tranne l’Aksai Chin, il deserto rosso cinese. Dove i cinesi costruiscono strade frontaliere e corre la linea di un armistizio tanto fragile da non essere mai divenuto pace. Per Pechino l’area è strategica più che per Nuova Delhi, che investe meno risorse militari ma non può rinunciarvi per prestigio. A complicare la faccenda il risiko internazionale che gli Usa stanno apparecchiando alla Cina con l’aiuto dei vicini, per frenarne le velleità espansionistiche. 
Un bel problema, il Kashmir bollente. Che fa tremare il mondo più delle cannonate del redivivo Kim in Corea.
MAURIZIO ZUCCARI

18 Giugno 2020
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