Cina, la grande paura di una seconda ondata
Grande paura di una seconda ondata. La Cina ha registrato nelle ultime 24 ore 57 nuovi casi di contagio di Covid-19, di cui 36 a Pechino. Si tratta dell’aumento più alto da aprile. I nuovi 36 casi a Pechino rappresentano il numero più alto registrato in un solo giorno nella capitale cinese dall’inizio dell’epidemia, tutti collegati al mercato all’ingrosso Xinfadi, nel distretto di Fengtai, chiuso da ieri dalle autorità sanitarie.
Lockdown. Sul timore di una nuova ondata sono stati vietati gli eventi sportivi, le cene nella capitale e i viaggi inter-provinciali; e sono stati chiusi 11 interi complessi residenziali nei pressi del mercato, oltre a nove tra scuole ed asili. Il portavoce della Commissione per la Sanità di Pechino, Gao Xiaojun, ha confermato che tutti i residenti nei pressi del mercato Xinfadi saranno sottoposti al test. A Pechino chiunque si presenti con la febbre in qualsiasi struttura medica sarà sottoposto al test per il Covid-19. Saranno allestite strutture mediche per condurre test di acido nucleico, test di anticorpi, esami del sangue e radiografie sui pazienti con la febbre. Il vicedirettore del distretto capitale di Fengtai, dove si trova Xinfadi, Zhang Jie, ha annunciato che saranno condotti test sugli acidi nucleici su 46.000 residenti che vivono in prossimità del mercato, per cui sono stati abilitati 24 centri in quella zona della città. Finora, sono stati testati diverse migliaia di cittadini di Fengtai; testate oltre 8 mila persone legate al mercato e analizzati migliaia di campioni di prodotti o oggetti raccolti in Xinfadi; e tutti, secondo Zhang,hanno dato risultati negativi. Wu Zunyou, il principale epidemiologo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha dichiarato che l’epidemia è probabilmente legata a pesce o carne contaminati. Poiché Pechino non ha avuto un caso trasmesso localmente da oltre 50 giorni, il virus non dovrebbe teoricamente esserci, ha spiegato.
Vigilanza. Nel timore però del contagio, sei altre aree della capitale hanno aumentato la loro vigilanza a livello medio. Il nuovo focolaio segue una settimana la decisione nella capitale di abbassare il livello di emergenza sanitario da 2 a 3, lo scorso 6 giugno. Il mercato di Xinfadi si estende su una superficie di 112 ettari e conta 1.500 dipendenti, oltre a 4.000 proprietari di stalle. Tutto il personale e coloro che hanno avuto stretti contatti con il mercato dovrebbero sostenere il test in uno dei 98 centri designati. Intanto la città ha intensificato l’ispezione dei mercati di prodotti freschi, carne di maiale congelata, manzo, agnello e pollame. Saranno anche ispezionati supermercati e ristoranti, per garantire la non contaminazione dei prodotti.
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