Trump, primi dubbi “Se non vinco faccio altro”
Per la prima volta Donald Trump non esclude categoricamente una sconfitta il prossimo tre novembre alle presidenziali contro il democratico Joe Biden. “Certamente, se non dovessi vincere farei altro”, ha detto Trump in una intervista a Fox News.
Biden. Secondo Biden, anche se dovesse perdere le elezioni, il presidente si rifiuterebbe con delle scuse e degli imbrogli di lasciare la Casa Bianca. L’ex vice presidente, in testa nei sondaggi, ha dichiarato che il suo principale timore è che Trump possa rubare l’elezione e che nel caso sarebbe necessario far intervenire l’esercito per scortarlo fuori dalle stanze del potere. Il tycoon, per contro, ritiene che i democratici, appoggiando il voto per posta, vogliano favorire i brogli elettorali. Il voto per posta, approvato in molti Stati Usa per la pandemia, potrebbe comportare dei ritardi nei risultati e contenziosi legali. Difficilmente, avvertono molto osservatori, sapremo chi sarà il prossimo presidente Usa il 3 novembre.
La sfida di Seattle. Intanto continua il braccio di ferro tra la Casa Bianca e la sindaca della città dello stato di Washington, teatro nei giorni scorsi di duri scontri fra polizia e manifestanti di Black Lives Matter. Nel cuore di Seattle è stata ritagliata la Chaz (acronimo inglese di Zona autonoma di Capitol Hill) che si propone come baluardo di resistenza a un “sistema di potere razzista”. I manifestanti hanno recintato la zona di accesso al Congresso dello stato, mettendo una scritta che dice “Benvenuti nella Capitol Hill libera”. Al momento la situazione appare tranquilla, ma Trump si è infuriato. Il presidente ha minacciato di intervenire per “restaurare la legge e l’ordine” se non verrà sgomberata l’area. La sindaca, Jenny Durkan, ha prima risposto con uno sprezzante “tornatene nel bunker”, poi ha bollato come “illegali e incostituzionali” le minacce di Trump. Durkan ha detto di augurarsi di assistere a una nuova “Summer of Love” di raduni contro il razzismo, sul solco della famosa “Summer” del ’67 in cui migliaia di pacifisti si radunarono a San Francisco per dire basta alla guerra in Vietnam, nel segno della musica e dell’amore. Pronta la replica di Trump: “Il sindaco, riguardo agli anarchici che hanno preso in mano la sua città, parla di estate d’amore. Questi democratici non sanno di cosa parlano. I terroristi mettono a ferro e a fuoco le città, e loro pensano che sia tutto meraviglioso, persino la morte. Questa cosa deve finire a Seattle e deve finire ora”. Il candidato presidenziale democratico, Joe Biden, finora non ha preso posizione ufficiale. Ma intanto la stessa sindaca liberal, nonostante la sua posizione morbida nei confronti dei manifestanti, non gode di popolarità tra i Black Lives Matter: gli attivisti hanno chiesto le sue dimissioni, perché si è rifiutata di accogliere la richiesta del movimento di sciogliere il dipartimento di polizia.
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