Tesla, contagiati dipendenti di Musk

Diversi dipendenti dello stabilimento Tesla di Fremont, in California, sarebbero risultati positivi al coronavirus dopo la decisione del patron dell’azienda, Elon Musk, di riaprire il sito lo scorso 18 maggio sfidando le norme anticontagio della contea di Alameda. Lo hanno riferito in forma anonima al Washington Post due dipendenti del costruttore di auto elettriche, secondo i quali i contagi sarebbero stati comunicati dai dirigenti agli addetti.  Alle persone contagiate è stato ordinato di restare a casa. La decisione di Musk di riaprire la fabbrica in barba agli ordini delle autorità aveva avuto un grande impatto mediatico.
Dopo aver definito in più occasioni “fasciste” le limitazioni imposte per arginare il contagio da Covid 19, l’imprenditore si era lanciato in una dura requisitoria contro il lockdown durante l’ultima teleconferenza con gli azionisti, definendo una “violazione dei diritti costituzionali l’imprigionamento forzato delle persone nelle proprie case”.    Dopo aver minacciato di fare causa alla contea, Musk aveva raggiunto con essa un accordo nel quale garantiva che avrebbe rispettato il necessario distanziamento in fabbrica e avrebbe segnalato ogni caso positivo. I contagi di cui scrive il Washington Post risalirebbero però ai giorni precedenti all’intesa, nei quali Musk aveva invitato la polizia a venirlo ad arrestare qualora il suo comportamento fosse stato ritenuto illegale. Nello stabilimento di Fremont, a sud di San Francisco, lavorano circa 10mila persone ed era rimasto chiuso dal 23 marzo al 18 maggio.  L’azienda non avrebbe confermato i casi e non  ha risposto al Washington Post.
Musk è noto per essere un datore di lavoro molto esigente, che non ama la sindacalizzazione dei suoi dipendenti. Ha appena mandato in orbita Crew Dragon, il primo razzo privato in missione per conto della Nasa.