Roma
3:12 pm, 10 Giugno 20 calendario

Casapound, la Digos notifica il sequestro

Di: Redazione Metronews
condividi

La Digos di Roma ha notificato il sequestro preventivo dell’immobile di via Napoleone III, nel quartiere romano dell’Esquilino, sede del movimento CasaPound. Su questa vicenda il pm di Roma, Eugenio Albamonte, ha avviato una indagine con 16 indagati, accusati, a seconda delle posizioni, di associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale e occupazione abusiva di immobile.
Domicilio. C’è anche il leader del movimento di CasaPound, Gianluca Iannone, tra le 16 persone domiciliate nel palazzo di via Napoleone III, nel quartiere romano del’Esquilino, che oggi hanno ricevuto dai poliziotti della Digos il decreto di sequestro preventivo disposto dal gip su richiesta del pm di Roma, Eugenio Albamonte. Tra i domiciliati risultano anche altri nomi storici del movimento di estrema destra: Davide Di Stefano, Simone Di Stefano e Alberto Palladino. 
Gip. Il gip di Roma, Zsuzsa Mendola, nell’accogliere la richiesta di sequestro preventivo avanzata dalla procura nei confronti del palazzo di via Napoleone III, nel quartiere romano dell’Esquilino, sede del movimento di estrema destra CasaPound, ha però “bocciato” parte dell’impianto accusatorio.   “Gli elementi raccolti – scrive il giudice – non consentono di ricostruire ad unità le diverse vicende giudiziarie ai fini della valutazione della sussistenza del delitto di partecipazione ad una associazione, nonché di accertare se le condotte poste in essere, per quanto riprovevoli, siano espressive di ideologie o sentimenti razzisti o discriminatori, ovvero se sussista lo scopo dell’incitamento alla discriminazione nel senso anzi detto, per motivi fondati sulla qualità personale del soggetto e non invece, sui suoi comportamenti e sulla ritenuta assenza di condizioni di parità”.  “Deve osservarsi che il materiale probatorio acquisito in atti – prosegue il gip – non è sufficiente per poter affermare la sussistenza del fumus criminis relativo all’articolo 604 bis del codice penale”. “Il pm – si legge nel provvedimento – al fine di ricostruire la condotta di partecipazione al reato associativo richiama numerose vicende verificatesi nel corso degli anni, in tutto il territorio nazionale, in cui si sono verificati momenti di tensione e scontri tra estremisti di opposte fazioni politiche, con condotte di per sé biasimevoli, configuranti delitti di rissa, rapina, lesioni, ingiurie, minacce, furto, violenza privata”. Il riferimento è sempre all’accusa prevista dal secondo comma dell’articolo 604 bis secondo cui l’associazione CasaPound avrebbe tra i propri scopi – in base all’impostazione del pm Eugenio Albamonte – “l’incitamento alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi”.  Per il gip, invece, “dalle informative relative alle suddette vicende acquisite in atti non emergono elementi probatori sufficienti a ricostruire compiutamente i singoli episodi, le modalità della condotta, le modalità di identificazione dei soggetti coinvolti e le modalità di attribuzione agli stessi della qualità di militanti di CasaPound, l’oggetto del contendere fra le diverse fazioni politiche. Elementi probatori in ordine alle singole vicende non possono certamente essere trattati dagli articoli di giornale acquisiti in atti”.

10 Giugno 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo