Coronavirus fase 3
11:04 am, 9 Giugno 20 calendario

La spesa delle famiglie viaggia verso un -4%

Di: Redazione Metronews
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Nel 2019 la stima della spesa media mensile delle famiglie italiane è di 2.560 euro mensili in valori correnti, sostanzialmente invariata rispetto al 2018 (-0,4%) e sempre lontana dai livelli del 2011 (2.640 euro mensili), cui avevano fatto seguito due anni di forte contrazione non recuperata negli anni successivi. Lo rileva l’Istat in un report dedicato, sottolineando che le stime preliminari del primo trimestre 2020 “mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Spesa. In particolare, la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019.  Considerando la dinamica inflazionistica (+0,6% la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale), in termini reali la spesa cala dell’1%, diminuendo per il secondo anno consecutivo dopo la moderata dinamica positiva osservata dal 2014 al 2017. Poiché la distribuzione dei consumi è asimmetrica e più concentrata nei livelli medio-bassi, la maggioranza delle famiglie ha speso un importo inferiore al valore medio. Se si osserva il valore mediano (il livello di spesa per consumi che divide il numero di famiglie in due parti uguali), il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2019 una cifra non superiore a 2.159 euro, sostanzialmente invariata rispetto ai 2.153 euro del 2018. La composizione della spesa corrente è stabile rispetto al 2018: la spesa per Abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili continua ad avere la quota più rilevante (35% della spesa totale), seguita dalla spesa per prodotti Alimentari e bevande analcoliche (18,1%) e da quella per Trasporti (11,3%).
Alimentari.   Le famiglie hanno speso per prodotti Alimentari e bevande analcoliche in media 464 euro mensili, senza sostanziali differenze rispetto ai 462 euro del 2018. Più in dettaglio, un aumento significativo di spesa si registra per i vegetali (63 euro mensili, +2% rispetto all’anno precedente), che rappresentano il 2,5% della spesa totale, dopo carni (3,8% della spesa complessiva) e pane e cereali (3%). Solo la spesa per frutta (che pesa su quella totale per l’1,6%) diminuisce significativamente nel 2019 (42 euro mensili, -2,5% sul 2018).
Crollo. Con un crollo stimato pari 4% nel primo trimestre del 2020 i consumi degli italiani tornano indietro di circa 20 anni precipitando su valori comparabili a quelli dei primi anni 2000. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sulla spesa delle famiglie italiane nel 2019. “Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di tendenze che evidenziano lo tsunami nei consumi provocato dall’emergenza Coronavirus con la crisi di molte attività produttive che ha drasticamente ridotto le disponibilità economiche delle famiglie italiane”. Il risultato, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al mese di aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è una diminuzione delle vendite al dettaglio del 26,3% in valore con punte massime per calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-90,6%), mobili, articoli tessili e arredamento (-83,6%), abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-3,5%) e le vendite dei beni alimentari aumentano (+6,1%). “Con l’emergenza – sottolinea la Coldiretti – aumenta il peso dei consumi alimentari che rappresentano la seconda voce di spesa nei budget delle famiglie dopo l’abitazione. Fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità per difendere la capacità degli italiani di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori deve essere un obiettivo prioritario del Paese. E’ fondamentale – osserva Coldiretti – garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – denuncia la Coldiretti – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixè registrano un deciso calo dell’attività. In gioco c’è un sistema di 730mila imprese che garantisce all’Italia il primato agricolo in Europa per valore aggiunto e qualità”. 

9 Giugno 2020
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