Fiorenzo Grassi: «Il COVID ha messo in ginocchio l’Elfo»
MILANO Il teatro è in terapia intensiva per l’annullamento degli spettacoli fino al 3 aprile previsto dal decreto contro il diffondersi del coronavirus. Fiorenzo Grassi, direttore del Teatro Elfo Puccini, conta i danni e lancia il suo grido d’allarme.
Quali e quanti sono gli spettacoli saltati?
«Solo nelle nostre tre sale di corso Buenos Aires sono stati cancellati 5 spettacoli tra cui due prime nazionali attesissime come “Diplomazia” di Cyril Gely con Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani e “Farfalle” su testo e regia di Emanuele Aldrovandi. Senza contare le altre 5 produzioni e coproduzioni in tour».
A quanto ammonta la perdita economica?
«Si tratta di una cifra superiore ai 250 mila euro: avevamo un’aspettativa di 43 mila spettatori, comprese le tournée saltate a Lugano e a Losanna. È un danno veramente cospicuo per il nostro bilancio di 4 milioni di euro. Rischia di metterci in ginocchio».
Come vi preparate a ripartire?
«Devo dire una parola che mi rammarica molto, ma per noi la stagione è, ahimé, finita qui, essendo andati persi due mesi importanti come febbraio e marzo. Di certo, stiamo riorganizzando la stagione con il recupero, tra maggio e giugno, di alcuni degli spettacoli saltati. Il mio desiderio sarebbe mettere in scena, il 4 aprile, “Diplomazia” per festeggiare anche con il pubblico in sala i 10 anni dell’Elfo Puccini che ricorrevano lo scorso 6 marzo».
In questa chiusura obbligata c’è almeno una nota positiva?
«L’aver unito le forze tra i teatri milanesi. È nata una chat dove noi addetti ai lavori dialoghiamo e ci scambiamo le circolari governative. Poi la vicinanza dell’Agis e l’entusiasmo del pubblico che ci incita sui social di “non mollare”.
ANTONIO GARBISA
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