Bergman: «Il mio film sul coraggio di vivere oltre gli stereotipi»
CINEMA Sognare di fuggire dal proprio villaggio, di salvarsi dalle prigioni di una cultura secolare, di avere un uomo nell’Occidente che per una giovane Rom è sempre e ancora un luogo ideale di approdo. Sognare di cambiare la propria vita in ogni piega.
Tante ragazze Rom lo fanno ma poi restano dove sono nate loro, le loro madri e le loro nonne. “Sola al mio matrimonio” racconta la storia di una di loro che, invece, fugge davvero. Alina Serban le dà volto, furia e carattere in questo bel film passato in molti festival che dal 5 marzo sarà in sala.
La regista, Marta Bergman, lo sintetizza così: «Volevo un personaggio capace di proiettarsi in un altrove, oltre un destino segnato; che lo spettatore amasse per la sua audacia, la gioia di vivere e il desiderio di imparare. Fuggendo dagli stereotipi con coraggio, lei scopre l’amore per sua figlia e per se stessa».
SILVIA DI PAOLA
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