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5:59 pm, 22 Febbraio 20 calendario

Il coronavirus si allarga Contagi anche in Piemonte

Di: Redazione Metronews
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Il virus si allarga.  Un caso accertato a Torino e altri quindici sospetti nel resto del Piemonte, per i quali si aspetta il responso del tampone. Il contagiato è un 40enne ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia. L’uomo ha un po’ di febbre, ma la sue condizioni sarebbero buone. L’uomo è venuto in contatto con le persone contagiate in Lombardia. Nei confronti dei suoi familiari e dei medici che lo hanno soccorso sono state applicate le misure di prevenzione previste. L’uomo ha accusato i primi sintomi giovedì mattina. Una leggera tosse a cui ha fatto seguito una febbre moderata. Da quanto si apprende, mercoledì aveva giocato a pallacanestro con alcuni amici. Il ricovero è avvenuta stamattina, quando all’Amedeo di Savoia il test ha dato esito positivo. La moglie e i due bimbi dell’uomo si trovano a casa e saranno sottoposti a breve a test specifici.
Lodigiano. ​La zona dove “si sono verificate le altre infezioni sono tutte riferibili all’origine del territorio in cui si è verificata la prima infezione”, ovvero nel lodigiano. Lo ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, in una conferenza stampa in Regione specificando che, nel corso del videocollegamento con il governo “abbiamo concordato una serie di proposte trasferite al governo che ora si è ritirato ed entro poche ore dovrebbe comunicarci le sue intenzioni”. “Abbiamo la conferma che l’area del Basso Lodigiano è oggi un centro di un focolaio, possiamo dirlo in maniera certa”. Così l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, per il quale il focolaio si configura in quanto “tutte situazioni di positività hanno avuto contatti con il pronto soccorso dell’ospedale di Codogno, dove il primo paziente, il 38enne ricoverato per primo, si è recato per la prima volta il 18 febbraio”.
Milano. Il tribunale di Milano resterà chiuso al pubblico da lunedì prossimo per l’emergenza Coronavirus in Lombardia: “Su disposizione dei capi dell’ufficio – si legge in una circolare interna consultata dall’Agi – si comunica che lunedì 24/02 tutti gli uffici, comprese le segreterie dei pm, saranno chiusi al pubblico fino a nuova disposizione. Fuori dai rispettivi uffici verrà affisso un avviso per il pubblico, in cui si comunica che tutte le istanza devono essere depositate presso gli sportelli dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico”.  “Siamo pronti e ci stiamo attrezzando per poter adottare tutti i provvedimenti necessari”, ha detto il prefetto di Milano, Renato Saccone, al termine di un vertice in prefettura sul Coronavirus. “Sarà necessario agire in piena concordanza con le linee nazionali” ha specificato. Domani, inoltre “ci sarà una riunione in mattina sull’igiene pubblica”, ha annunciato ancora Saccone, aggiungendo che per Milano si tratta di una “grande città” dove le complicazioni potrebbero essere “importanti ma anche le risorse” sono altrettanto ingenti.
Iss. Da oggi i casi positivi al primo test per il Sars-CoV-2 che riceveranno conferma da parte dell’Iss o di altre strutture individuate verranno resi noti dal ministero della Salute. Lo rende noto lo stesso Istituto Superiore di Sanità, ricordando che i casi sospetti per COVID-19 vengono inizialmente testati presso i laboratori di riferimento individuati dalle Regioni e dalle Province Autonome. “Sui casi che risultano positivi – sottolinea l’Iss – vengono ripetuti i test per la conferma di positività all’infezione da SARS-CoV-2, come indicato nelle circolari ministeriali del 22 e del 27 gennaio 2020. Occorre quindi distinguere tra casi “segnalati”, casi positivi al test e casi confermati. Solo quelli risultati positivi al secondo test sono confermati e risultano nei rapporti ufficiali pubblicati. “Sin dalle prime fasi dell’epidemia ci siamo immediatamente raccordati come Iss sia a livello nazionale che regionale, lavorando assieme per affrontare l’emergenza, potenziando e mettendo a disposizione h24 tutte le strutture potenzialmente interessate. – commenta il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. – La preoccupazione in questo momento è quella di garantire da un lato alle persone che risultano positive e sintomatiche la migliore assistenza, e questo sta avvenendo nell’articolata rete di servizi che le regioni interessate hanno messo in campo, e dall’altro è necessario adottare delle misure, sempre ispirate al principio di massima precauzione che ha sempre caratterizzato gli interventi durante questa epidemia, per fare in modo che la circolazione del virus venga limitata e venga bloccata. L’Istituto è impegnato su tutti gli aspetti dell’azione di contrasto al virus, compreso quello comunicativo, come testimonia ad esempio la pubblicazione recente del decalogo sui buoni comportamenti, che resta valido, e quello della formazione, con la messa a punto di un corso dedicato agli operatori”.
Friuli.  La Regione Friuli Venezia Giulia ha decretato lo stato di emergenza fino al prossimo 31 luglio per “fronteggiare il rischio sanitario da Coronavirus, anche in considerazione dei primi casi di contagio nel territorio italiano e in particolare nella vicina regione del Veneto ed in esito della riunione del Comitato operativo di Protezione civile avvenuta oggi”. Lo si legge in una nota pubblicata sul sito della Regione.  “Con il decreto dello stato di emergenza la Regione potrà adottare una procedura più agile per l’acquisto di beni, servizi e forniture attraverso un affidamento diretto senza indagini di mercato sopra e sotto soglia comunitarie, per tutto ciò che è necessario per affrontare l’emergenza. In prima battuta – continua la nota – la misura è utile per disporre di risorse tali da consentire, ad esempio, di mettere a disposizione le strutture nel caso in cui si rendesse necessario adottare l’isolamento”. 

22 Febbraio 2020
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