Antigone secondo Laura Sicignano
MILANO Nessun testo meglio di “Antigone” di Sofocle del 442 avanti Cristo ha parlato e ancora parla con bruciante modernità della lotta tra “pietas” e Ragion di Stato. Lo sa bene la regista Laura Sicignano, autrice del moderno adattamento firmato con Alessandra Vannucci, che lo porta in scena, da stasera al primo marzo, al Teatro Carcano.
Prodotto dal Teatro Stabile di Catania, di cui la regista è direttora da un anno, lo spettacolo sbalza un copione che, in questa versione, si fa più asciutto ed essenziale. Arricchita da musiche dal vivo, questa tragedia viene inserita in uno spazio scenico astratto e visionario che richiama macerie di palazzi sventrati.
È in questa ambientazione, evocatrice di scenari mediorientali, di guerre infinite, tecnologia e miseria, che si muovono Barbara Moselli nel ruolo del titolo, attrice di scuola classica, attiva anche nei teatri di frontiera, e, nei panni di Creonte, Sebastiano Lo Monaco, popolarissimo attore siciliano di tradizione classica.
«Da Sant’Agostino a Leibniz, da Voltaire ad Hannah Arendt – spiega la regista – l’idea del male minore ha percorso il pensiero morale occidentale. Antigone, nel momento in cui si affaccia alla vita adulta, preferisce trasformarsi in martire in nome di una radicale negazione del mondo. I giovani di questa tragedia si immolano. Il vuoto dei padri inghiotte quello dei figli, in un vortice che implode davanti agli occhi del mondo. Tutti i personaggi invocano gli dèi, ma non arriverà alcun “deus ex machina” a riportare la pace» (Info: teatrocarcano.com).
ANTONIO GARBISA
© RIPRODUZIONE RISERVATA