economia
11:06 am, 31 Gennaio 20 calendario

Pil in crollo verticale Quarto trimestre a -0,3%

Di: Redazione Metronews
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Decisa battuta d’arresto per il Pil che nel IV trimestre del 2019 è calato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Rispetto al IV trimestre del 2018, è rimasto invariato. Sono i dati preliminari dell’Istat. Il quarto trimestre del 2019 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2018.
2019 a +0,2%. Nel 2019 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,2% così come il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi (nel 2019 vi sono state le stesse giornate lavorative rispetto al 2018). Lo rende noto l’Istat ricordando che si tratta di una prima indicazione e che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2019 saranno diffusi il 2 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 4 marzo. 
Gualtieri. “Confidiamo in un rimbalzo nel 2020 e siamo ancora più determinati a lavorare e a implementare il nostro programma di sostegno alla crescita e agli investimento attuando le misure che  sono state varate in legge di bilancio e che non può avere un effetto retroattivo”. Lo ha detto il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. “Siamo determinati e fiduciosi – ha aggiunto – che le misure prese contribuiranno a sostenere il bilancio della crescita e dell’occupazione”. Inoltre, “siamo attenti al quadro internazionale”, ha assicurato.
Stagnazione. Il dato odierno sull’andamento del Prodotto interno lordo nell’ultimo trimestre è “molto preoccupante da tutti i punti di vista. Evidenzia purtroppo, come segnala l’Istituto stesso, una decisa battuta di arresto rispetto ad un andamento che già di per sé non era stato brillante, di poco sopra lo zero le tre variazioni congiunturali precedenti”. Lo afferma Confesercenti commentando le stime diffuse da Istat sul Pil.   Nonostante lo 0,2% per il 2019 “superi” la previsione programmatica della scorsa Nadef (che si collocava a 0,1%) si conferma lo stato di stagnazione della nostra economia. Inoltre, questa forte variazione negativa ipoteca già l’avvio del nuovo anno con un -0,2% acquisito.    Infine, si apre ancora di più la forbice con il resto d’Europa, in particolare con l’area dell’euro: lo scarto passa da 0,8 ad 1 punto pieno, 0,2 contro 1,2%, come a dire che, nonostante la fase di rallentamento, l’economia europea cresce 6 volte più di quella italiana. Ad un quadro generale di profonda incertezza sulle prospettive future, un ulteriore ostacolo alla crescita potrebbe essere posto dagli effetti negativi sull’economia della vicenda del coronavirus, a partire dalle sue possibili ricadute sul turismo. E’ evidente che lo sforzo di politica economica da portare avanti è rilevante e deve basarsi su un’ottica di ampio respiro: riforma del fisco per le famiglie, piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, un forte piano di investimenti pubblici nei settori chiave della green economy e dell’innovazione, ma anche nella manutenzione del territorio e degli edifici scolastici. Probabilmente sono maturi i tempi per decidere di attuare una golden rule a livello europeo, non considerando nel Patto di stabilità gli investimenti pubblici nei settori innovativi, nell’ambiente, nell’istruzione.

31 Gennaio 2020
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