Libia
8:57 pm, 14 Gennaio 20 calendario

Haftar per ora non firma Ankara: “Ecco chi vuole la guerra”

Di: Redazione Metronews
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Il generale Khalifa Haftar ha lasciato Mosca senza firmare l’accordo sul cessate il fuoco sottoscritto ieri da Fayez al Serraj, premier del GNA il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale. Ieri sera, Haftar aeva chiesto tempo fino a questa mattina per esaminare l’accordo già firmato dal capo del governo riconosciuto dall’Onu Fayez al-Sarraj, ma ha lasciato la capitale russa senza firmare, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.   Secondo i media arabi, il generale avrebbe rifiutato di firmare perché l’intesa avrebbe ignorato molte delle richieste del leader della Libia orientale.
Turchia. La decisione del generale dell’esercito libico Khalifa Haftar di non firmare l’accordo di cessate il fuoco con il governo di Fayez al-Sarraj mostra “chi vuole la pace e chi la guerra”. Lo ha detto il ministro degli Esteri della Turchia, Mevlut Cavusoglu, citato da Reuters. La Turchia è uno dei paesi che ha promosso il vertice che si è tenuto ieri a Mosca, in Russia, finalizzato a sancire un accordo tra le parti in conflitto in Libia, il Governo di accordo nazionale (GNA) di Sarraj e l’Esercito nazionale libico (LNA) di Haftar.     Il patto, per ora, è stato firmato soltanto da Sarraj, che guida l’esecutivo riconosciuto dalle Nazioni Unite. 
Putin e Merkel. Il presidente russo Vladimir Putin ha telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel per fare il punto dopo il rifiuto del generale Khalifa Haftar di firmare l’intesa di ieri e discutere della conferenza sulla Libia che si terrà in Germania. “Le parti hanno discusso i preparativi per una conferenza internazionale su un insediamento libico che sarà ospitato da Berlino”, ha annunciato il servizio stampa del Cremlino.     Sabato Merkel era stata ricevuto al Cremlino da Putin alla vigilia dell’entrata in vigore della tregua negoziata dal presidente russo e dal suo omologo turco Recep Tayyp Erdogan. 
Escalation.  Ankara appoggia Serraj e dispiega soldati per farlo, mentre Mosca, nonostante lo smentisca, sembra sostenere Haftar con armi, denaro e mercenari. La partenza di Haftar da Mosca senza aver firmato un accordo solleva interrogativi sulla fattibilità di una conferenza internazionale sulla Libia sponsorizzata dall’Onu a Berlino, prevista per gennaio. La cancelliera Angela Merkel è andata a Mosca sabato, guadagnandosi il sostegno di Vladimir Putin.  Tra l’arrivo della Turchia sul suolo libico, la sospetta presenza di mercenari russi e l’esistenza di una moltitudine di gruppi armati – tra cui milizie jihadiste, trafficanti d’armi e contrabbandieri di migranti – la comunità internazionale teme un’escalation del conflitto libico.     In particolare, l’Europa teme che la Libia possa diventare una “seconda Siria” e vuole ridurre la pressione migratoria alle sue frontiere, poiché negli ultimi anni ha accolto centinaia di migliaia di migranti in fuga dai conflitti nel mondo arabo-musulmano.     Per Mosca, l’Occidente è in gran parte responsabile del conflitto in Libia, il Paese con le maggiori riserve di petrolio dell’Africa, in quanto ha sostenuto militarmente i ribelli che hanno rovesciato e ucciso il colonnello Muammar Gheddafi nel 2011.    Oltre ai guadagni geopolitici sui suoi rivali e all’accesso privilegiato al petrolio libico, la Russia spera di riconquistare questo mercato per le sue armi e il suo grano. Tanto più che Vladimir Putin ha l’ambizione di affermarsi in Africa. Anche la Turchia ha ambizioni petrolifere, grazie ad un controverso accordo con il governo libico di accordo nazionale che estende la piattaforma continentale turca e le permette di rivendicare lo sfruttamento di alcuni giacimenti.

14 Gennaio 2020
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