Libia
9:48 pm, 7 Gennaio 20 calendario

Battaglia in Libia Italia e Ue in allarme

Di: Redazione Metronews
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Divampa la battaglia sulla costa della Libia, a un braccio di mare dall’Italia. Mentre continua l’assedio a Tripoli, le forze del generale Haftar hanno improvvisamente attaccato e conquistato la città di Sirte, per poi ritirarsene poco dopo di fronte al contrattacco delle truppe del governo di Serraj. Sirte è una città importante a metà strada fra Tripoli e Tobruk, è la città natale del clan di Gheddafi, venne occupata dall’Isis e liberata dopo un’aspra battaglia, ed è prossima a Misurata, città le cui milizie sono le principali sostenitrici del governo di Serraj e dove si trova l’ospedale militare italiano, che così sarebbe esposto all’eventalità di trovarsi sulla linea del fuoco. 
Le richieste Ue
Cessate il fuoco immediato, stop all’escalation militare e fine delle interferenze esterne in Libia, in particolare da parte della Turchia, che ha deciso di inviare i suoi soldati a fianco del governo di Tripoli. L’Unione europea prende posizione sul conflitto libico e invia un messaggio ad Ankara: «Abbiamo chiesto un cessate il fuoco, uno stop all’escalation e alle interferenze esterne, la decisione turca di intervenire con truppe in Libia aumenta le nostre preoccupazioni», dice l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, al termine del mini-vertice dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna sulla Libia. «È chiaro per chi vuole capire, che quando parlo di aumento di interferenze esterne mi riferisco alle interferenze della Turchia», ripete Borrell. «Più le parti in guerra libiche si affidano a assistenza militare straniera, più danno a attori esterni influenza ingiustificata sulle decisioni sovrane libiche a detrimento degli interessi nazionali del Paese e della stabilità regionale», dicono gli europei. In realtà anche Haftar gode di appoggi esterni, meno palesi (si è parlato di Egitto, Russia, Francia). «L’Unione Europea è della ferma convinzione che non c’è soluzione militare alla crisi libica e che un conflitto porterà ulteriore miseria ai cittadini, divisioni, violenze».

7 Gennaio 2020
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