CARLO BARBIERI
4:41 pm, 4 Gennaio 20 calendario

Le lacrime per Soleimani

Di: Redazione Metronews
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Qassem Soleimani. Fino a ieri non sapevamo che esistesse. Siamo troppo impegnati a informarci sui nuovi monopattini, sui ponti vacanzieri 2020, sul passaggio di Ibrahimovic al Milan e sulle ultime vicende dei nostri leaderini. Le notizie ci interessano in ragione inversamente porporzionale al loro impatto sul nostro futuro. Chiedete in giro che differenza c’è fra sunniti e sciiti, quali stati sostengono Serraji e quali Haftar e perché lo fanno; e cosa succederebbe all’Italia se una guerra chiudesse i rubinetti energetici e facesse esplodere i flussi migratori. Vediamo chi lo sa.
Ai funerali di Soleimani, più che la folla mi hanno colpito le centinaia di persone in lacrime. Le folle si possono organizzare: le lacrime no. Segno che l’uomo era molto amato da tanta gente. La prima domanda è: “Perché molto amato da tanta gente? “. Risposta: Soleimani era per loro un eroe nazionale, un uomo che incarnava il riscatto da oppressioni e  umiliazioni politiche, culturali, economiche e militari.
Ma le stesse folle e le stesse lacrime le abbiamo viste ai funerali di altri leader di quei paesi, nonostante appartenessero a schieramenti addirittura opposti: quindi, evidentemente, anche loro erano il simbolo del riscatto da oppressioni e umiliazioni di vario tipo.
Come il Blob, la creatura che cresceva nutrendosi di cadaveri, l’odio sta aumentando in tutta l’area, nutrendosi di attentati, vendette, vittime innocenti; e l’idea che altri attentati e vendette possano fermare a spirale è da folli. Oggi Papa Francesco ha detto: “Dobbiamo credere che l’altro ha il nostro stesso bisogno di pace. Non si ottiene la pace se non la si spera. Chiediamo al Signore il dono della pace”. Ah, dimenticavo: la seconda domanda. “Secondo voi in Italia c’è un leader per il quale, se gli succedesse una cosa simile, si radunerebbe una tale folla e sarebbero versate tante lacrime? Se la vostra risposta è “no”, perché?”. Io non ho una risposta: ne ho troppe. Ma mi piacerebbe sentire le vostre.
CARLO BARBIERI

4 Gennaio 2020
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