Amore che tutto trasforma è la Dea Fortuna di Ozpetek

CINEMA Il caso, la fortuna e il libero arbitrio coniugati in una storia d’amore che sta finendo. o forse no. E il tutto «è nato da una telefonata di mia cognata che mi ha chiamato anni fa dicendomi che mio fratello aveva il cancro al pancreas e che io avrei dovuto prendermi cura dei suoi figli se fosse successo qualcosa. A quel punto mi son chiesto che grande responsabilità sarebbe stata e il film alla fine parla di questo ma anche di erotismo che si trasforma in affetto, di passioni che cambiano e della necessità di mischiare dramma e commedia».
Così Ferzan Ozpetek sintetizza il suo film, “La dea fortuna”, dal 19 in sala. Interpreti Stefano Accorsi e Edoardo Leo, amici amanti fuggitivi potenziali genitori. Ma  che cosa significa questa storia per loro? «Per me, a parte la mia solita maniacalità nella preparazione, un vero travolgimento emotivo» dice Leo, mentre per Accorsi ha significato «entrare nella megafamiglia di Ferzan in un quartiere assediato, un po’ come fare insieme un pezzo di vita e non sapere sul set mai cosa accadrà».
Così come non sapevano, i due protagonisti, come la donna che è Jasmine Trinca sconvolgerà la loro vita perché, come lei dice, «l’amore è un sentimento trasformatore, l’amore in senso lato, passionale, amichevole, genitoriale». L’amore ma anche la nonna-strega cattiva che è Barbara Alberti e persino Mina, ormai grande amica di Ozpetek che stavolta ha letto la sceneggiatura, suggerito, suggestionato.
 
 
SILVIA DI PAOLA