Senato, sì alla manovra Il testo blindato dalla fiducia

Il Governo ha incassato al Senato la fiducia sulla Legge di Bilancio con 166 sì (maggioranza assoluta) e 128 no (tra cui quello del grillino ipercritico Gianluigi Paragone, assenti nel M5S Alfonso Ciampolillo, Primo Di Nicola, Mario Michele Giarrusso e Cataldo Mininno). Il ddl di bilancio passa ora alla Camera per la seconda lettura. Nella dichiarazione di voto si è distinto Matteo Renzi di Italia Viva con un discorso molto critico che invoca un cambio di passo per il 2020, ma che alla fine ha difeso questa manovra auspicando però che l’anno prossimo si rimetta mano alle nuove tasse per abolirle. 
La manovra. La manovra, lievitata oltre 31 miliardi, sterilizza totalmente le clausole di salvaguardia per il 2020 ma il governo dovrà disinnescare aumenti di Iva e accise per 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022, e via così fino al 2025. Tra le novità, tassa sulla plastica più che dimezzata, quella sulle auto aziendali quasi annullata, per lo zucchero tutto rinviato a ottobre 2020. 
Vertice di maggioranza. Un rapido Consiglio deiMinistri e due ulteriori voti del Senato (con 158 e 157 sì) hanno approvato la Nota di variazione al Bilancio e il ddl con la manovra. Si è poi tenuto un delicato vertice di maggioranza non sulla manovra ma su altri temi spinosi: l’autonomia, la giustizia, le crisi aziendali. Di fatto un vertice poltico sul futuro del Governo.