Bocci: «Divento regista per raccontare la periferia»
ROMA Da attore a regista e senza scorciatoie, nel più difficile dei modi: raccontando la periferia e il crimine che sembra una necessità. Questo ha deciso di fare l’attore Marco Bocci nel suo esordio in regia per “A Tor Bella Monaca non piove mai”, dal 28 in sala con Libero De Rienzo e Andrea Sartoretti tra i protagonisti.
Perché partire da una storia di due fratelli in difficoltà e da una periferia disperata come quella romana di Tor Bella Monaca? «Sono partito dal mio omonimo libro – dice Bocci – per raccontare la periferia in modo diverso da come tutti la raccontano perché Tor Bella Monaca è per me una metafora che non rimanda solo a crimine e basta. Ho raccontato il crimine, ma soprattutto una famiglia normale che fa di tutto per tenersi lontano dal crimine. L’ho fatto grazie ai produttori – di solito non sono così disponibili con gli esordienti – e agli attori straordinari, cominciando da Libero che ha lavorato su una sceneggiatura che si è modificata strada facendo».
De Rienzo aggiunge: «Non sono mai stato diretto da un regista così partecipativo, direi quasi carnale e, cosa rarissima, ero felice di andare sul set la mattina, io che mi annoio a morte. a preparare il personaggio. Son riuscito a rendermi organico alla situazione, a diventare il mio personaggio man mano che si andava avanti. Per la cronaca: “piovere” a Roma significa che c’è la polizia; giusto per capire cosa succede in un luogo in cui, appunto, “non piove mai”».
SILVIA DI PAOLA
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