Manuel Agnelli: «Il live è un’esperienza liberatoria»
ROMA «Il rock deve essere una voce fuori dal coro, che mette in discussione e porta un pensiero. Deve essere un’idea in cui riconoscersi al di fuori dei clichè e dell’omologazione che purtroppo, mai come ora, è pericolosa. Se il rock diventa il conformismo dell’anticonformismo allora non è più rock e diventa altro».
Parole di Manuel Agnelli, in concerto stasera alle 21 all’Auditorium di via della Conciliazione con “An Evening with Manuel Agnelli”, un progetto fra musica e parole, che spiega il front-man degli Afterhours «mi ha dato l’opportunità di portare sul palco anche quella parte che era rimasta privata e che tutti i miei amici conoscevano».
Agnelli, che condivide il palco con Rodrigo D’Erasmo, parla di «esperienza liberatoria».
«Quando suono con la band – racconta – ho il desiderio di perdermi nell’energia e nella violenza del suono. Riuscire anche a raccontare delle storie mi ha fatto scoprire la possibilità di un rapporto diverso con chi ci viene a sentire».
Fondamentale per l’artista rimane il momento del contatto diretto con il pubblico.
«È importantissimo e in un momento in cui il live sta tornando a essere la forma principale di comunicazione della musica è molto stimolante sviluppare differenti possibilità di linguaggio. Curarne la produzione sonora nei dettagli, già sul palco, come parte della scrittura del progetto è il nostro tentativo di esaltarne l’unicità ed anche la magia, che raramente compaiono nelle produzioni fatte in studio».
STEFANO MILIONI
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